'Quotidiani del mattino diffusi attraverso la rete telefonica e la possibilità di leggere i Libri senza andare in biblioteca. Inoltre il telefono servirà anche per le operazioni bancarie'. Nulla che non sia possibile oggi, ma sono parole estrapolate da un vecchio articolo di una testata siciliana degli anni '60. Il giornale in questione è 'Trapani Nuova', l'edizione nello specifico risale al 26 giugno 1962. Il titolo dice 'Nel 2000 i telefoni faranno tutto loro' e la fonte citata sono tre esperti americani di quel periodo. Potrebbe essere un buon soggetto cinematografico, uno film di fantascienza vecchio stampo in cui si immagina la creazione di una macchina del tempo negli anni '60.

Ma qualcuno, partendo da basi più giornalistiche, ha pensato di scrivere un libro. Il volume, opera dello scrittore e giornalista Edoardo Poeta, ha come titolo 'Il futuro è sempre esistito', edito da Falsopiano. L'autore è stato intervistato da Tgcom24.

'Pensavo di smascherare una fake news'

L'idea del libro di Poeta parte proprio dall'edizione di Trapani Nuova del 1962. "Incredibile - spiega lo scrittore - che tutto quanto è scritto in quell'articolo è stato realizzato negli anni. Sinceramente pensavo fosse una fake news ed ho iniziato ad indagare, ero convinto di smascherare una bufala". Invece Edoardo Poeta, oltre ad appurare che si tratta di un articolo scritto effettivamente negli anni '60, ha scoperto che in quel periodo veniva ipotizzata la costruzione di un dispositivo le cui funzioni erano simili ai moderni smartphone.

Ovviamente con funzioni limitate all'epoca, considerato che non esisteva la rete Internet e, per l'appunto, una cosa del genere in quel periodo era soltanto fantascienza. Quel dispositivo era stato battezzato con il nome 'videofono'. "Ho scoperto nel corso della mia ricerca che tante cose che usiamo oggi sono state progettate molti anni fa", ha puntualizzato Poeta, spiegando in proposito che "il primo pc da tavolo è stato pensato nel 1965 ed il primo orologio multitasking si è ispirato all'idea di un italiano".

Si trattava un oggetto che nasceva dal mondo della fantasia (i fumetti di Dick Tracy) e che grazie all'inventiva di un italiano trapiantato negli Stati Uniti si trasformò, sotto forma di miniricetrasmittente, nel precursore di un telefono da polso. L'inventore l'avrebbe regalato addirittura all'allora presidente USA, Harry Truman, dunque parliamo di un periodo relativo all'immediato dopoguerra.

Il videofono, punto di partenza per una ricerca

Il futuro negli anni '60 si inventa ovviamente negli Stati Uniti ed è facendo riferimento al parere di tre esperti statunitensi che è nato l'articolo di Trapani Nuova nel 1962. Poeta ha fatto le opportune ricerche, i tre esperti in questione erano dipendenti della At&t, la grande compagnia di comunicazione americana e furono loro ad immaginare il videofono. "Ma non volevo fare un libro sugli antenati dei nostri dispositivi telefonici - ha chiarito lo scrittore - bensì è un punto di partenza per indagare sulla storia di tanti altri strumenti tecnologici che usiamo oggi". Di uso comune ai giorni nostri, ma in realtà pensati molti anni prima, questo il senso del libro.

Edoardo Poeta sottolinea alla fine dell'intervista quella che è un pò la caratteristica della società moderna dove l'estrema velocità tecnologica ha fatto perdere la percezione del futuro. "Ciò che realizziamo oggi, è già superato domani. Negli anni '60 il futuro veniva racchiuso nel 2000, ancora lontano, oggi non c'è un 2000 da raggiungere e viviamo costantemente nel futuro senza profezie a lungo termine. Piuttosto c'è da chiedersi se queste tecnologie ci fanno stare davvero in pace".