Da giovedì 9 a lunedì 13 maggio gli spazi espositivi del celebre Lingotto Fiere di Torino ospiteranno l'attesissimo 'Salone internazionale del libro 2019' che, ogni anno, riporta l'attenzione su cultura, libri e lettura e concede spazi a case editrici e scrittori emergenti e non (oltre a personaggi dello spettacolo) per farsi conoscere con stand e presentazioni.

Nei giorni scorsi, però, tutti hanno parlato di una vicenda che ha coinvolto il Salone ed una specifica casa editrice: Altaforte. A pochi giorni dall'inaugurazione, infatti, l'attenzione nazionale si è concentrata sulla presenza all'interno dei padiglioni della casa editrice di estrema destra 'Altaforte'.

Venendo a conoscenza di questo molti nomi hanno negato la loro partecipazione all'iniziativa culturale: dal collettivo di scrittori Wu Ming al saggista Carlo Ginzburg, dallo scrittore ed insegnante Christian Raimo al presidente dell'Anpi Carla Nespolo.

Dopo le polemiche: al via il Salone

Il giorno precedente al'inizio ufficiale del 32° Salone Internazionale del Libro, mercoledì 8 maggio, la città di Torino e la Regione Piemonte hanno chiesto all'associazione "Torino, la città del libro", al circolo dei lettori e al comitato di indirizzo del Salone di annullare il contratto con la casa editrice Altaforte.

La casa editrice al centro delle polemiche ha comunicato che intende fare causa. La Sindaca di Torino Chiara Appendino e il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino hanno detto di aver fatto questa richiesta alla luce della situazione e delle polemiche che si sono venute a creare in questa circostanza.

Appendino e Chiamparino hanno, poi, comunicato che la presenza dello stand di Altaforte avrebbe, di fatto, reso impossibile lo svolgimento della lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. La scrittrice (nata a Varsavia nel 1929) aveva, infatti, dato un ultimatum: "o noi, o loro!" e, dopo l'annuncio dell'esclusione della casa editrice, ha confidato che questa è un'altra prova che il male non vincerà: "che questo esempio arrivi forte all'Italia, all'Europa e al mondo".

I due rappresentanti della politica piemontese hanno, infine, detto che il Salone non deve perdere il suo senso democratico e che è necessario garantire il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da migliaia di persone che arrivano appositamente da fuori Torino.

La risposta dell'editore di Altaforte, Francesco Polacchi, non si è fatta attendere e l'uomo ha specificato che questa decisione è assurda perché loro hanno pagato, come tutti, il loro stand e devono poter partecipare. Polacchi ha anche comunicato che, se davvero il contratto dovesse essere rescisso, la casa editrice è pronta a fare causa: "e la vinceremo", promette l'editore.