Endi, all'anagrafe Enrico Petillo. Il rapper del Nord Italia è tornato per emozionare, far riflettere e dire la sua senza filtri. Lo abbiamo intervistato e ne è saltata fuori una chiacchierata densa ed emozionante che ha fatto emergere dei lati dell'artista che, finora, nessuno aveva raccontato, come ad esempio una grave malattia che lo ha colpito alcuni anni fa e che, parole sue, lo ha migliorato ed aiutato a crescere. Attenzione focalizzata anche sul suo ultimo singolo, 'L'amore è un'illusione', realizzato con la collaborazione di Jessica Morlacchi, ex voce dei Gazosa.

'Per la prima volta posso dire di aver fatto un brano quasi perfetto'

D. L’amore è un’illusione è il titolo del tuo ultimo singolo, cosa vuoi esprimere con questo brano?

R. "Si tratta di un brano a cui tengo molto e che mi ha fatto emozionare parecchio nel lavorarci, nello scriverlo e pure nella realizzazione finale. Di tutti i lavori e i brani che ho scritto e realizzato non mi sono mai ritrovato a sentire quasi la perfezione, questa è la prima volta che posso dire a me stesso di aver fatto un brano quasi perfetto. La perfezione non esiste in qualsiasi cosa, ma di questo lavoro mi sento soddisfatto. Poi mi sta dando tante soddisfazioni: la prima è quella di aver lavorato con la cantante Jessica Morlacchi, è stato emozionante lavorare in studio con lei.

Soprattutto sentire la voce di un'artista di quel calibro cantare il ritornello che ho scritto io mi riempie di orgoglio. Credo che questo brano meritasse molta più visibilità anche perché è molto radiofonico e sicuramente poteva acquisire miglior ascolto con la giusta struttura alle spalle. Non mi piace e non sono il tipo di persona che si esalta o fa il presuntuoso, ma questo è un brano che poteva tranquillamente essere passato nelle migliori radio e che sicuramente sarebbe rimasto in testa agli ascoltatori, credo non abbia niente da invidiare e non sia inferiore alla maggior parte dei brani di successo che girano in radio in questo momento.

Senza fare polemica. Detto ciò, è un brano che arriva da dentro e che descrive una situazione d'amore finita con l'intento di far emozionare la parte più sensibile e romantica che ognuno di noi porta dentro".

D. Come mai proprio ora hai realizzato un pezzo così?

R. "Perché l'amore attualmente è il sentimento e lo stimolo che mi spinge ancora a scrivere e a fare musica.

E' un sentimento così affascinante e così imprevedibile, fatto di infinite sfumature che mi viene naturale raccontarlo con la musica. In passato ho trattato e parlato di tante altre cose, ma un pezzo che parla d'amore riesce a farmi emozionare molto di più di altre atmosfere".

D. Ricordo un altro tuo brano che tratta la fine di una relazione, mi riferisco a 'Ti guarderei danzare'. Quali sono le differenze tra i due pezzi?

R. "Ma guarda, intanto ti ringrazio per averlo ricordato, cerco di raccontare e descrivere un'amore non 'da lieto fine' e ne parlo spesso, mi piace fotografare quel 'lato oscuro' e più duro della parola amore. Mi piace raccontare l'abbandono, la solitudine data dalla fine di una relazione.

I brani per certe cose sono simili, sembrano quasi una continuazione perché in entrambi i video è stata utilizzata come elemento fondamentale la danza. 'Ti guarderò danzare' racconta la fine di una storia meno duratura e racconta come alla fine il dolore verso l'amore era piacevole in un certo senso, come a dire: 'sono innamorato di te ma tu invece no, però ora stiamo insieme e so che ogni volta mi piace tantissimo anche se so che poi te ne andrai e io starò di nuovo male, mi piace 'farmi male di te'. 'L'amore è un'illusione' racconta la fine di un rapporto importante e descrive il momento in cui ci si ritrova a maledire l'amore e a non credere più in questo sentimento. Ma con questo brano racconto anche che è dall'amore che bisogna ripartire, che l'amore esiste e che sarà sempre la soluzione al nostro male".

'Il cancro mi ha reso una persona migliore'

D. La vita ti ha già messo molto alla prova e non solo sentimentalmente, vuoi parlarne?

R. "La vita prima o poi ci mette tutti alla prova, chi prima e chi dopo. E' la vita. Dalle situazioni dure si scopre di avere una forza interiore che prima non si conosceva, o per lo meno si pensa di essere forti con cose futili, invece le situazioni dure hanno la 'magia' di farci confrontare con noi stessi e di farci conoscere a fondo noi stessi, tutto questo serve poi per migliorarci. A 26 anni ho dovuto affrontare e combattere contro il cancro e per raccontare tutto ciò mi ci vorrebbe un libro. Il cancro è la cosa 'migliore' che mi sia capitata nella vita. Quando parlo di "cosa migliore" non intendo ovviamente dire che il cancro è una cosa bella, intendo dire che grazie al cancro sono cambiato, sono migliorato.

In più di una occasione ho detto che per me il cancro è stato un dono e per me è stato così davvero. Questa malattia per una persona non è un dono, non è una cosa bella, però il cancro mi ha dato la possibilità di trovare l'essenza, di capire chi sono, di conoscermi e migliorarmi. La malattia mi ha cambiato in molti modi, influisce su tutto, dalla salute al lavoro, dalle situazioni quotidiane alle relazioni con le persone, cambia il modo di affrontare la vita in generale. Ciò che è visto come una 'maledizione', come una tragedia, per me è un 'dono' perché mi aiuta ancora oggi, ogni giorno a scoprire e migliorare me stesso. Io racconto il mio punto di vista, racconto la mia storia, racconto il mio dolore, la mia gioia, la mia vita ed è sbagliato paragonare il dolore di una persona con quello di un'altra.

Io non conosco il dolore delle persone che hanno perso una persona per via di un tumore e so che sentirsi dire che il 'cancro è un dono' sembra una stupidata, ma dal mio punto di vista e il percorso che ho fatto per me lo è stato. Non c'è giorno in cui non penso al cancro e al 'me stesso' in chemioterapia, lo faccio perché mi aiuta a migliorarmi quando mi trovo in una situazione difficile e in un momento di tensione, o in un frangente in cui mi dovrei arrabbiare e ciò mi fa capire che c'è sempre qualcosa di peggio nella vita, mi porta a fare le cose in maniera giusta e in modo rispettoso. Il cancro mi ha fatto trovare la mia serenità e quando parlo di serenità non intendo avere sempre il sorriso, avere una bella faccia, essere amichevole e sorridenti con tutti.

La serenità è nel modo di affrontare la vita e le situazioni, nell'imparare a non perdere le staffe e mantenere la lucidità, è cercare di dare al prossimo qualcosa di sano. La serenità è una cosa che hai dentro, che vivi dentro, c'è tanta gente che sembra sempre contenta, ma poi dentro non è serena. Bisogna sempre lottare e l'amore della famiglia è fondamentale".

'La musica sarà sempre un 'diavolo' che mi viene a prendere'

D. A che punto della tua carriera artistica ti senti?

R. "Non parlerei tanto di carriera ma di percorso. Carriera, a mio avviso, è una parola importante in base anche al successo e al livello artistico. Credo il mio sia più un percorso di odio e amore nella musica. Il mio primo brano, che ho scritto e realizzato, si chiamava 'Il canto del diavolo' e il diavolo era per me il rapporto con la musica, è strano poi che quel brano sia stato la colonna sonora di tutto il mio percorso.

Ti dico questo perché ho dovuto affrontare molti insuccessi, molti sbagli, molti fallimenti musicali, i veri momenti belli personali sono stati pochi e tante volte mi sono ritrovato a dire 'ma chi me lo fa fare' e di voler mollare. Ma poi la musica nei momenti duri mi veniva sempre a prendere come un 'diavolo' e mi ritrovavo sempre a scrivere. Credo nel mio piccolo di aver fatto dei piccoli passi avanti musicalmente parlando, sia di scrittura che di comunicazione, ho arricchito molto la mia cultura musicale e ho perfezionato il lavoro, però credo di essere indietro a livello di conoscenze e di fanbase. Credo che la musica sarà per me sempre un 'diavolo', un qualcosa di affascinante che amo ma che mi fa anche soffrire ed odiare, qualcosa che mi fa stare bene ma nello stesso tempo mi fa stare male".

D. La musica, quindi, che ruolo ha avuto in questo e in altri tuoi momenti difficili?

R. "La musica ha sempre avuto, anche involontariamente, un ruolo decisivo e importante nella mia vita. E' stata, e sarà sempre, la miglior medicina per me. Quando ero piccolino e ho dovuto fare i conti con emarginazione, timidezza e solitudine la musica era lì con me. Mi ha dato la possibilità di tirare fuori ciò che avevo dentro e che non riuscivo ad esprimere a parole. Senza la musica sarebbe stata di gran lunga molto più dura affrontare le varie situazioni difficili della vita".

D. L’amore è un’illusione, ma anche lavorare con la musica al giorno d’oggi lo è?

R."Lavorare con la musica al giorno d'oggi è difficilissimo, ma non impossibile se devo essere sincero e lavorare e vivere di musica è quello che ho sempre sperato.

So che non succederà mai per me, ma tanti artisti e persone vivono e riescono a lavorare di musica. Poi in questi anni mi sono confrontato con diverse realtà e per certe cose ho capito che è meglio stare alla larga da certe 'situazioni strane'. E' una cosa che ho detto spesso, ma davvero molte volte mi sono dovuto confrontare con persone che lavorano nella musica e che magari avevano anche una certa posizione, ma in realtà con la musica non c'entravano niente. Per me la musica è un valore importante, vuol dire lealtà, libertà, rispetto, spirito di aggregazione e quando mancano certi tasselli allora non va bene. Dico questo anche come consiglio per i più giovani e per gli emergenti: il mondo della musica è pieno di sciacalli pronti a vendere marchette e finti sogni, bisogna sempre stare con gli occhi aperti.

Io fortunatamente ho sempre avuto l'occhio lungo e sono riuscito a capire un certo tipo di atteggiamento, ecco perché oggi posso continuare a fare musica tranquillamente senza aver perso niente".

Infine Endi, il cui ultimo lavoro si potrebbe definire Rap pop o rap d'amore e che vorrebbe presentare proprio il singolo più che se stesso, conclude così: "Vorrei aggiungere e dire a chi si ritrova qui a leggere questa intervista di supportare la musica, gli artisti e i gruppi indipendenti comprando la musica e seguendoli, perché ci sono molti artisti nascosti che meritano".

Endi è sicuramente uno degli esempi di spicco di questa grande nicchia di talenti Made in Italy un po' sparsi in tutto lo stivale e che davvero hanno una marcia in più e vivono della vera passione per la musica. Ringraziamo personalmente Endi e vi invitiamo seguirlo sui suoi canali social (Facebook: Endi ed Instagram: @endi.music).