Unicredit, l'unica banca italiana di rilevanza sistemica, ha presentato il piano strategico che prospetta interventi radicali a partire dal titolo: Transform 2019. L'intento apertamente dichiarato nei comunicato stampa è quello di porre in essere tutti i correttivi necessari per superare le eredità negative ricevute dalla gestione precedente e recuperare competitività nei confronti dei principali concorrenti a livello europeo,
Tra gli interventi più significativi un aumento di capitale per 13 miliardi, il più grande mai realizzato a Piazza Affari, riduzione del personale di 14mila unità (su un totale di 101mila), rettifiche sui crediti per 8,1 miliardi funzionali ad una dismissione di sofferenze per un totale di 17,7 miliardi.
One bank one credit
Con questo claim, il piano a valere sul periodo 2016 -2019 si propone di portare avanti un modello di banca commerciale unificato nei paesi in cui è presente in Europa occidentale, Centrale e Orientale. Il nuovo amministratore intende dichiaratamente prendere atto delle rilevanti eredità negative, provenienti dalla gestione precedente, individuare i correttivi necessari a rimettere in carreggiata l'istituto al fine di valorizzare i vantaggi competitivi di cui già dispone per cogliere le opportunità e conseguire redditività a lungo termine.
I principali obbiettivi del piano possono essere sinteticamente riassunti nella volontà di
- rafforzare la base patrimoniale al fine di adeguarsi agli standard dei principali istituti di credito di rilevanza globale,
- ridurre la rischiosità dell'attivo e migliorarne la qualità mediante dismissione dei crediti deteriorati (cessione di 17,7miliardi di NPL), aumento delle coperture e revisione delle policy interne di risk management
- guadagnare efficienza ristrutturando le operations aumentando il focus sulla clientela retail e consolidando o migliorando il posizionamento nei paesi in cui è presente
- standardizzare la gestione corporate adottando politiche uniformi a livello di gruppo
In particolare, secondo l'AD Mustier la maxicartolarizzazione di NPL prevista per migliorare la qualità dell'attivo potrebbe costituire una svolta per il mercato italiano dei NPL.
Obiettivi ambiziosi, ma credibili
I principali elementi che consentono allo stato di valutare positivamente il piano consistono nel trasparente riconoscimento delle criticità di partenza, in particolare in termini di necessità di rafforzamento patrimoniale e qualità del credito, e nella chiara individuazione di correttivi sufficienti a porvi rimedio.
Il piano presenta complessivamente costi per 10,6 miliardi, un rapporto costi/ricavi del 52% e un utile netto di 4,7 miliardi.