Gli immigrati regolari contribuirebbero alla crescita del Pil nazionale per circa un punto percentuale. E' quanto ha affermato il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, illustrando in un audizione in Parlamento i dati delle Ispezioni di vigilanza INPS del triennio 2013 - 2015. Boeri ha anche aggiunto che gli immigrati regolari hanno pagato contributi per un valore complessivo di 8 miliardi di euro, ricevendo prestazioni sociali per un totale di 3 miliardi di euro, risultando contributori netti per circa 5 miliardi di euro. Ma, Boeri, non ha nascosto l'altra faccia della medaglia.
Infatti, anche se molto è stato fatto per mettere in regola e stabilizzare quanti più immigrati possibile, tuttavia, ha rilevato come, ancora oggi, un lavoratore su tre in nero è clandestino.
Il ruolo dei migranti nel nostro sistema previdenziale
Boeri è tornato a sottolineare il ruolo, fondamentale, ormai svolto dagli immigrati nel nostro sistema previdenziale. La chiusura delle frontiere, per Boeri, rappresenterebbe una vera e propria catastrofe dal punto di vista della tenuta dell'intero sistema pensionistico. Infatti, secondo i calcoli dei tecnici dell'INPS, se i flussi in entrata dovessero azzerarsi avremmo una perdita secca di gettito di circa 73 miliardi di euro nei prossimi 22 anni. E gli immigrati dovrebbero rinunciare a prestazioni sociali per un importo vicino ai 35 miliardi di euro.
Ma sopratutto l'INPS subirebbe un saldo negativo di 38 miliardi, che inciderebbe direttamente sulle Pensioni degli italiani.
Il ragionamento di Boeri è suffragato anche da un altro dato importante. La maggioranza degli immigrati che sbarcano sulle nostre coste sono sempre più giovani. I dati a disposizione dell'INPS dicono che oggi l'80% dei permessi di soggiorno vengono rilasciati a immigrati con meno di 35 anni.
Di conseguenza, una volta integrati nella società e regolarizzati garantiscono un montante contributivo elevato nel tempo.
Il problema degli immigrati irregolari e i bonus inefficaci
Anche se ha evidenziato i benefici effetti del lavoro degli immigrati regolari sul nostro sistema previdenziale, Boeri ha anche sottolineato, nel corso dell'audizione in Parlamento, che sono ancora molti gli irregolari che alimentano il lavoro nero.
Circa uno su tre secondo i dati a sua disposizione. Almeno questa era la proporzione nel triennio oggetto d'indagine il 2013 - 2015. Di conseguenza, Boeri suggerisce di incentivare le politiche di integrazione degli immigrati. In questo modo anche l'immagine stereotipata dell'immigrato dovrebbe mutare nella visione dell'italiano medio.
D'altra parte non è erogando dei bonus una tantum agli italiani che si incentivano le famiglie a mettere al mondo dei figli. Occorre che le politiche di incentivazione alla procreazione diventino strutturali e siano percepite come tali dagli italiani. Comunque, anche se Boeri ritiene "auspicabili" politiche di questo genere, ciò non sminuisce il ruolo e il contributo che immigrati danno e continueranno a dare al nostro sistema previdenziale. E, comunque, politiche di questo tipo sono, necessariamente, di lungo periodo, in quanto occorre attendere che i figli crescano e diventino lavoratori attivi.