Per fortuna qualche volta gli interessi dei consumatori pare che vengano tutelati e fatti rispettare a coloro i quali hanno il coltello dalla parte del manico. È quanto accaduto grazie a l'Autorità per le Comunicazioni (AgCom) che, attraverso il Commissario Francesco Posteraro, ha avviato diversi procedimenti sanzionatori nei confronti di operatori telefonici come Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. Un avviso molto chiaro nei confronti di Sky, la nota piattaforma televisiva italiana a pagamento, che sembrerebbe avere intenzione di percorrere la stessa strada dei marchi elencati in precedenza.

AgCom contro Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre

Si spera che i consumatori di Sky, in particolare, possano continuare a seguire lo sport, il calcio e non solo, ancora alla stessa maniera. In sostanza i quattro operatori telefonici di cui abbiamo parlato sopra non hanno rispettato la delibera di marzo che ordinava di tornare ad una fatturazione mensile e non di ventotto giorni, com'è ormai diventato normalità da diverso tempo. L'obiettivo di AgCom è permettere ai consumatori di rientrare e avere offerte per telefonia fissa e mobile di nuovo più convenienti. Perché, in parole spicce, gli operatori telefonici così facendo si fanno pagare quasi un mese in più da ciascun cliente.

Fatturazione a 28 giorni presto anche per Sky?

Gli obiettivi che l'Autorità per le Comunicazioni vorrebbe raggiungere sono quelli di garantire la massima trasparenza dei prezzi e di permettere al consumatore di controllare le proprie spese. Di conseguenza, questo è un segnale importante anche nei riguardi di Sky, che sembra intenzionata a passare ad una fatturazione a 28 giorni a breve.

AgCom spera di evitare il contagio di questo fenomeno anche al mercato delle pay tv.

Tuttavia, la risposta da parte degli operatori telefonici non è mancata attraverso un ricorso al Tar. A giudizio di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb, infatti, la trasparenza al cliente è assicurata e i clienti vengono informati regolarmente di quanto e ogni quanto pagano.

Inoltre, gli operatori si difendono facendo ricorso all'art. 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni secondo cui una società può cambiare i propri prezzi e accusando la delibera di Agcom di violazione della libertà d'impresa. Una battaglia appena cominciata, vedremo chi avrà la meglio.

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