Per come avevano chiuso il 2017, facendo registrare dati record impressionanti, in molti credevano che Bitcoin e ripple avrebbero ripetuto le proprie straordinarie performance anche nel 2018. Fermo restando che il mercato delle criptovalute è soggetto ad una volatilità marcata, è innegabile che la prima metà del mese di gennaio non ha visto le criptomonete brillare, anzi. Ciò ha fatto sì che il morale degli investitori medio-piccoli scendesse sotto terra, soprattutto alla luce di un altro fenomeno in controtendenza, forse sottovalutato dai più: l'ascesa inarrestabile di Ethereum.

Il "momentaneo" comune destino

Ad oggi sono le due monete virtuali più chiacchierate, su cui si concentra il maggiore interesse degli investitori. Bitcoin e Ripple, dopo aver visto aumentare in maniera esponenziale il proprio valore nelle ultime settimane del 2017, hanno iniziato il nuovo anno con il freno a mano tirato. Su entrambe pesano le indiscrezioni provenienti dalla Corea del Sud, le cui autorità vorrebbero bloccare il trading delle criptovalute. L'eventuale blocco delle piattaforme di exchange nel Paese asiatico causerebbe un danno incalcolabile, visto che proprio a Seul si concentra il 20 per cento degli scambi mondiali di monete virtuali.

Se si esclude il tema sudcoreano, Ripple deve fare i conti con un altro problema: il "grande" rifiuto di Coinbase.

La valutazione di Ripple, nella seconda metà di dicembre, era cresciuta vertiginosamente anche grazie alle voci su un possibile vicino ingresso degli XRP all'interno della piattaforma di exchange più famosa al mondo. Nella prima settimana di gennaio è arrivata però la smentita da parte dei vertici della società. Da quel momento in poi, Ripple ha visto scendere la propria quotazione, passando dai 3,8 dollari agli attuali 1,6 di questa mattina, valore presente nella classifica sempre aggiornata del sito coinmarketcap.com.

C'è invece chi corre

Trend opposto per Ethereum, che dall'inizio del 2018 ha quasi raddoppiato il proprio valore di ogni singolo ETH, infrangendo rapidamente quota 1.000 dollari, salendo fino agli attuali 1.200 nel momento in cui vi scriviamo. Gran parte del merito va al solido progetto che c'è alla base della criptovaluta, che vanta il secondo market cap più alto, dietro soltanto a Bitcoin.

Ai primi di gennaio la valuta digitale era scambiata intorno ai 700 dollari. In pochi avrebbero immaginato un rialzo tanto marcato, soprattutto di fronte alla crisi sia di Bitcoin sia di Ripple, ma anche di tutte le altre criptomonete più famose. Secondo gli addetti ai lavori, il successo degli ETH è destinato a proseguire anche nei prossimi mesi.