Ancora non si è placata la furia dei consumatori che dal 1 gennaio 2018 stanno pagando le buste biodegradabili di frutta e verdura, che l'Unione Europea sta pensando di introdurre una tassa sulla plastica per ridurne il consumo e colmare il danno economico causato dalla Gran Bretagna dopo l'uscita dall'UE.
Dopo i sacchetti bio, in arrivo la tassa sulla plastica
L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea causerà un "buco" di bilancio non indifferente che la Commissione Europea dovrà assolutamente colmare. Una delle idee previste è quella di inserire una tassa sulla plastica.
Gunter Oettinger, commissario al bilancio, ha fatto sapere che la Brexit lascerà un ammanco di 12-14 milardi di euro l'anno e che bisognerà intervenire tempestivamente. Il 50% sarà recuperato con i tagli di spesa, l'altro 50% aumentando le entrate con l'intervento sui dazi doganali, sull'Iva e sui contributi sullo zucchero. La plastica è un problema che affligge tutti i paesi. Se ne produce molta e non viene smaltita adeguatamente. Una buona parte finisce in mare, l'altra viene dispersa nell'Ambiente causando problemi gravi che mettono a rischio l'intero ecosistema.
La plastica è un problema molto serio
Secondo il parere di Oettinger la plastica sta diventando un problema molto serio. I paesi europei producono molti imballaggi, occorre necessariamente ridurne il numero.
Oltretutto un ingente quantitativo di plastica in passato veniva trasferito in Cina, dove veniva trasformato in giocattoli per bambini, ma dal 1 gennaio 2018 la Cina non accetta più nessun tipo di materiale plastico. Anche la Gran Bretagna nonostante sia uscita fuori dall'UE sta pensando di fronteggiare il problema plastica mettendo una tassa sui bicchieri del caffè usa e getta.
In futuro gli inglesi dovranno scegliere se prendere il caffè al bar nel bicchiere di plastica e pagare un supplemento di 0,28 centesimi, oppure portarsi il bicchiere da casa.
Dai sacchetti bio agli imballaggi di plastica
Se la tassa sui sacchetti bio è tutt'ora un problema, chissà cosa accadrà quando sarà inserita la tassa sulla plastica.
La Cina non prende più plastica da riciclare e l'Unione Europea dovrà fronteggiare un grave problema. Purtroppo se ne produce in grande quantità, più del necessario e nonostante venga utilizzata per essere trasformata in altri prodotti, una buona parte finisce nei rifiuti. Fino al 2017 la Cina ha importato la metà di plastica prodotta nel mondo, ora ha deciso di bloccarne la commercializzazione. L'Unione Europea dovrà decidere a chi far pagare la tassa sulla plastica se al consumatore come prodotto finito o alle aziende che imballano i loro prodotti con questo indesiderato materiale. Potrebbero esserci anche delle eccezioni per i prodotti di uso quotidiano come ad esempio i cartoni del latte.
Oettinger è convinto che la tassa possa costringere il consumatore a utilizzarne di meno acquistando articoli imballati con materiali diversi, inoltre un calo della produzione di plastica porterà beneficio anche all'ambiente e il gettito finirà direttamente nelle casse colmando quell'enorme buco milardario che si aprirà dopo la Brexit.