È ancora una volta il problema del debito pubblico a motivare le principali voci critiche contro la Flat tax. La nuova idea di una tassa piatta sta facendo discutere molto perché va a toccare uno dei nervi scoperti degli italiani, ovvero l'elevata imposizione. Una realtà che si scontra però con tassi altrettanto elevati di evasione e con il perimetro di un debito pubblico da decenni in continua crescita, tanto da aver toccato il 131,6% rispetto al Prodotto Interno Lordo. Il fatto non appare scontato, se si considera che tale percentuale richiede un impegno di contenimento non indifferente per chiunque si trovi ad occuparsi della gestione del Paese.

Con la flat tax il debito crescerà o diminuirà?

Se è vero che una semplificazione dell'attuale sistema fiscale è anelata da tutti, l'elefante nella stanza davanti all'adozione della flat tax resta la sostenibilità del debito pubblico. I fautori affermano che inizialmente basterà agire sulle spese e sulla rimodulazione delle tax expenditures (le agevolazioni fiscali), mentre nel lungo periodo il sistema tenderà all'equilibrio con il ritorno alla crescita. I detrattori temono invece il ritorno alla crescita incontrollata del debito e la creazione di un vero e proprio buco nei conti. Al momento però, tutta la discussione rimane incardinata sul piano teorico: se davvero una flat tax diventerà operativa in Italia e quali saranno gli eventuali effetti, solo il tempo potrà rivelarcelo.