Una delle catene di negozi di elettrodomestici più famose in Italia rischia la chiusura: stiamo parlando di Trony. Pochissimi giorni fa è stata diffusa la notizia di una forte crisi economica che avrebbe colpito l'azienda e che starebbe provocando gravissimi danni in più di 40 punti vendita. Una situazione davvero preoccupante soprattutto per i dipendenti che non solo riceveranno solo il 20% dello stipendio ma circa 800 di essi rischierebbe anche di perdere il posto di lavoro. La crisi economica continua a provocare moltissimi danni, ma vediamo nel dettaglio in che situazione si trova la nota azienda di elettrodomestici.

Trony rischia la chiusura: 800 lavoratori in pericolo

Una situazione davvero a rischio quella degli 800 Lavoratori che stanno vivendo in prima persona l'incubo della crisi economica, che si sta abbattendo anche in uno dei settori che fino ad oggi è sempre stato uno dei più forti: l'elettronica. La causa potrebbe risiedere soprattutto dell'avanzare dell'e-commerce che inizia a minacciare sempre più i grandi negozi e le ditte internazionali. Questa situazione pare stia minacciando l'azienda solo da dicembre, infatti da qualche mese a questa parte i lavoratori dell'azienda starebbero percependo solo il 20% del proprio stipendio mensile. Ma la cosa che più preoccupa è che 40 punti vendita in tutta italia potrebbero chiudere definitivamente e, di conseguenza, oltre 800 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro.

La situazione è talmente disperata che Antonio Piccino, l'amministratore del DPS group ha dichiarato l'azienda in concordato bianco, in modo da poterla cedere al più presto a dei nuovi acquirenti.

Quali punti vendita rischiano la chiusura?

Come annunciato precedentemente sembra chiaro che l'azienda potrebbe crollare da un momento all'altro.

Per favorire una piccola ripresa delle finanze di Trony pare ci siano alcuni punti vendita che rischiano la chiusura immediata. Gli stabilimenti dell'azienda che stanno passando un periodo peggiore sarebbero quelli che hanno sede a Milano, Savona, Napoli e Genova. Il futuro di questi quattro punti vendita verrà deciso nella settimana prossima durante un incontro organizzato tra i membri dell'azienda e il ministero del lavoro.

Nel corso di questo incontro verrà non solo deciso il futuro degli stabilimenti di Milano, Savona, Genova e Napoli, ma si troveranno anche delle soluzioni per rallentare o allontanare il fallimento totale dell'azienda.