Nelle prossime settimane dovrebbe essere sciolto il rebus su chi formerà il prossimo esecutivo, dopo che dalle elezioni politiche del 4 marzo non è uscita, come molti purtroppo temevano, una chiara maggioranza che avesse i numeri per governare. Ma si è confermato l'assetto tripolare della nostra democrazia. Nel frattempo, Pasquale Tridico indicato dal candidato presidente del Consiglio da parte del MS, Luigi Di Maio, come possibile ministro del Lavoro e del wellfare del suo governo, in un lungo post sul blog delle stelle, organo ufficiale dei cinquestelle, spiega la sua strategia sul lavoro e, in particolare, su come rendere disponibile a tutti la misura economica targata M5S forse più attesa, cioè il reddito di cittadinanza.

La crisi del mercato italiano del lavoro

Pasquale Tridico è professore associato di Economia del lavoro e di Politica economica presso la Terza Università degli studi di Roma e nel post pubblicato sul "blog delle stelle" ha evidenziato quelle che, a suo modo di vedere, sono le criticità che ingessano il mercato del lavoro italiano. In particolare, il professor Tridico ne ha evidenziate due, e cioè le politiche di austerità messe in campo dai precedenti esecutivi e la precarizzazione del posto di lavoro.

Tridico identifica, storicamente, l'inizio di questo processo di precarizzazione dalla riforma Treu del 1997. Processo che è andato avanti fino a ora con il jobs act di Matteo Renzi e la riforma del precedente ministro del Lavoro Poletti.

Anche se, secondo l'accademico, i salari dei lavoratori erano in fase di stagnazione già a partire dal 1993. Questi fattori hanno poi dispiegato i loro effetti negativi sulla produttività e sull'occupazione.

I motivi della crisi

Il combinato disposto di questi fattori, secondo il potenziale ministro del Lavoro M5S, ha spinto le aziende a rinunciare a investire sia in termini di capitale aziendale che di capitale umano.

In pratica, piuttosto che competere sul mercato nazionale e mondiale in termini di maggiori e migliori competenze le aziende adottano la competitività salariale con la conseguenza che lavoratori qualificati vengono assegnati a compiti che richiedono minori competenze, di fatto demansionandoli e riconoscendo loro dei salari inferiori.

Un'ulteriore conseguenza di questo processo è la tendenza dei giovani migliori ad emigrare, realizzando una vera e propria fuga di cervelli, a danno della competitività di tutto il Paese.

Le soluzioni proposte

Per invertire questa pericolosa tendenza il professore mette in evidenza cinque priorità della sua agenda e di quella del M5S. Innanzitutto, il reddito di cittadinanza. Questo verrà riconosciuto a chi, attualmente, non raggiunge la soglia di povertà stabilita dall'Unione europea attraverso Eurostat con l'obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di reinserimento lavorativo che si riceveranno, oltre all'obbligo di sottoporsi a corsi di formazione aventi l'obiettivo del reinserimento occupazionale.

Secondo il professor Tridico, il reddito di cittadinanza può essere finanziato in deficit, ma senza incidere sul rapporto debito pubblico/Pil al 3% come richiesto dall'Unione europea. Questo perché, stima Tridico, circa un milione di persone attualmente inattive verranno spinte a cercare un posto di lavoro. Di conseguenza, aumenterà il Pil potenziale dell'Italia e questo permetterà di mantenere lo stesso rapporto percentuale debito/Pil aumentando di circa 19 miliardi di euro la spesa pubblica. Questa cifra rappresenta il anche il costo complessivo del finanziamento del reddito di cittadinanza che, quindi, come dice il professore, si finanzia da solo.

Gli altri aspetti su cui Tridico punta sono un maggiore investimento dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale, il salario minimo orario, un "patto di produttività" che coinvolga non solo i lavoratori ma anche le imprese e il governo e, infine, nel lungo periodo una regolamentazione a misura d'uomo della incipiente robotizzazione deiie attività produttive.