L'incertezza politica e la prospettiva di un cambiamento nelle azioni di contenimento della spesa pubblica hanno ridato vita ad un termine che molti italiani pensavano di essersi lasciati ormai alle spalle. Stiamo parlando dello spread, un concetto anglosassone che è traducibile in italiano come la differenza presente tra due misure o due elementi comparabili. Nella pratica, ad essere messi in paragone sono i nostri titoli di debito pubblico (conosciuti anche con il termine di Titoli di Stato o di Obbligazioni) e quelli della controparte tedesca.
Come funzionano le obbligazioni e perché sono importanti
Gli elementi alla base dello spread sono di particolare attualità, perché in un certo senso contraddistinguono la misura della paura provata dai mercati. Un Titolo di Stato è il mezzo principale con cui un Paese ottiene del denaro in prestito. I titoli sono a loro volta acquistati da investitori istituzionali e privati. Maggiore è il rischio percepito dagli acquirenti, più elevato sarà il tasso di interesse richiesto per remunerare il prestito. All'aumentare della percezione di rischio verso le nostre obbligazioni, cresce quindi il differenziale sui rendimenti dei titoli tedeschi, che continuano ad essere percepiti come sicuri. Ecco quindi che si impenna lo spread, divenendo una vera e propria misura della preoccupazione mostrata dagli acquirenti rispetto alla possibilità del nostro Paese di sperimentare in futuro difficoltà nei rimborsi.
Come avviene la misurazione dello spread
Per tradurre quanto appena spiegato in linguaggio matematico, bisogna sapere che lo spread viene conteggiato in punti base, che corrispondono ad un centesimo di ogni punto percentuale. I titoli presi a riferimento sono generalmente quelli di natura decennale. Negli ultimi giorni, lo spread è continuato a salire man mano che cresceva l'incertezza politica ed emergevano programmi governativi poco allineati con le richieste in arrivo dai mercati.
Tanto è vero che si è arrivati a toccare i 160 punti di differenziale tra BTP e Bund, cioè il livello più alto dallo scorso gennaio. Un chiaro segnale, in conclusione, del nervosismo che attualmente pervade la finanza a causa della situazione politica post elettorale.
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