Acque agitate sui mercati, dopo l'ennesimo crollo della Lira turca, le voci di dimissioni del governatore della Banca Centrale e l'aggravarsi della crisi argentina. In tale contesto negativo si è tenuta oggi l'asta dei Btp italiani a 5 e 10 anni. L'asta è andata esaurita, ma il Tesoro, per collocare tutti i titoli ha dovuto proporre un rendimento per il decennale pari al 3.2%, il livello più alto degli ultimi 5 anni. Intanto lo spread continua lentamente a salire toccando quota 285 punti base sui Bund tedeschi.
Se i mercati chiamano Buffagni risponde
Ma ci sono persone per le quali l'asta di oggi è andata benissimo, tra questi Stefano Buffagni, sottosegretario 5 stelle del ministro Di Maio, il quale, sul Blog delle Stelle, così titola: "Ottimi segnali per l'economia italiana, sold out l'asta per i BTP a 5 e 10 anni". A giustificazione del titolo egli considera il sold out delle due aste come un segnale di salute per l'economia italiana, augurandosi che questa notizia trovi il giusto risalto sui media. Egli passa poi a confermare la volontà di mettere mano al sistema delle concessioni, che a suo dire dovrebbe rassicurare gli investitori.
Cosa ci dice davvero l'asta di oggi
La realtà purtroppo e meno rosea di quanto Buffagni vuole intendere.
Infatti se è vero che l'asta è andata esaurita, il Tesoro ha dovuto proporre rendimenti più elevati che in passato, cosa tra l'altro ammessa da Buffagni, dal momento in cui nel suo articolo, conferma tali aumenti anche se dal tono usato non è ben chiaro se si renda conto che non sono affatto positivi per il nostro debito pubblico e non sono nemmeno indice di salute, ma piuttosto della riluttanza che hanno gli investitori a comprare il nostro debito.
La verità sta nei numeri
La verità sull'economia italiana, la danno come sempre i numeri. Significativi quelli Ocse che due giorni fa ha pubblicato i dati relativi al secondo trimestre dell'anno: ebbene la crescita rallenta, passando da un+ 0.3% del primo trimestre al +0.2% del secondo, ovvero la metà della crescita dell'area Euro il che fa dell'Italia l'unico paese in flessione tra quelli del G7.
La Germania per capirci ha messo a segno un+0.5%, in crescita rispetto al primo trimestre dell'annom Tale dato è affiancato da un calo della fiducia delle imprese e dei consumatori italiani.
Un indice anticipatore
Tali indici sono scesi rispettivamente di un punto e un punto e mezzo percentuale e sono questi, due dati predittivi molto importanti. Infatti un calo dell'indice di fiducia, segnala un timore per il futuro e una propensione a ridurre i consumi e gli investimenti. Insomma, la situazione non è rassicurante e gli occhi degli investitori e delle agenzie di rating restano puntati sul Def autunnale, che anticiperà la manovra finanziaria.