Sono attesi, a breve, aumenti dei prezzi per pane e pasta. La stangata di settembre che, come consuetudine, attende gli italiani al rientro dalle ferie riguarderà, questa volta, non solo il materiale scolastico ma anche alcuni tra i generi alimentari maggiormente presenti sulle nostre tavole. L’allarme è stato lanciato dallo Sportello dei Diritti, e successivamente ripreso da Codacons, sulla base dell’andamento del prezzo del grano, i cui rincari fatti registrare negli ultimi mesi avranno inevitabili ripercussioni sui prezzi di pane, pasta e prodotti da forno in genere già a partire dal mese di settembre.

Il prezzo del grano a livelli record dal 2012: stangata in arrivo

Le prime avvisaglie sulla nuova stangata in arrivo per le tasche dei consumatori si sono avute all’inizio del mese di agosto quando il Wall Street Journal, uno dei più autorevoli quotidiani finanziari al mondo, registrava un rincaro del prezzo del grano causato dalle particolari condizioni climatiche (inverno freddo ed estate torrida) che hanno portato ad un calo della produzione nei principali paesi produttori.Un calo della produzione che potrebbe portare presto il prezzo del grano ai livelli record del 2012. Analisi confermata da Coldiretti, secondo la quale la produzione in Europa ha fatto registrare forti cali con un picco del 20% in Germania che è il secondo produttore europeo di grano tenero, quello, per intenderci, destinato alla produzione di pane e biscotti.

La conseguenza, secondo Coldiretti, sarà un’inevitabile rincaro del prezzo del grano, e quindi delle farine, che si ripercuoterà sul prezzo del prodotto pagato dal consumatore finale.

Sportello dei Diritti e Codacons: aumenti per pane a pasta già a settembre

Che gli effetti dell’aumento del prezzo del grano si faranno sentire sulle tasche dei consumatori già dal prossimo mese di settembre lo si capisce dalle preoccupazioni espresse dagli artigiani del settore allo Sportello dei Diritti in merito agli avvisi ricevuti dai loro fornitori sul rincaro delle prossime forniture di farine.

Aumenti che, al momento, non sono ancora stati quantificati, rendendo difficile ipotizzare quale sarà l’impatto effettivo sui prezzi al dettaglio. Anche se, sostiene Giovanni d’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, sarebbe importante pensare subito ad interventi correttivi per evitare che gli aumenti su beni di prima necessità, come pane, pasta e prodotti da forno, si traducano in un salasso per i consumatori.

Un’ipotesi sulla portata di questi aumenti è fornita da Carlo Rienzi, presidente di Codacons, che rileva come il consumo procapite degli italiani sia di 60 kg di pane, focacce e pizze e 24 kg di pasta per cui un rialzo dei prezzi del 5% comporterebbe un aumento della spesa di oltre 45 euro annui a famiglia, pari ad una stangata del valore di 2,7 miliardi di euro.