In queste ore si è tornato a parlare di una proposta molto discussa in sede parlamentare per consentire il risparmio delle famiglie italiane: l'abolizione de bollo auto. Il ministro del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha infatti avanzato una proposta riguardante l'abolizione o almeno la riduzione della tassa in questione. Ai microfoni del programma di Rai 1 "Unomattina", il vicepremier ha infatti dichiarato di voler finanziare questa manovra utilizzando i risparmi ottenuti per il calo dello spread (cioè il differenziale tra il rendimento dei titoli di stato tedeschi e quelli italiani).

La soppressione o la riduzione di "quella tassa odiosa", così come testualmente chiamata dal ministro dello sviluppo economico e del lavoro, è solo una delle manovre di risparmio per gli italiani previste dal governo attuale, basti pensare al reddito di cittadinanza.

I fondi per l'abolizione del bollo auto

La proposta non è stata esente da critiche e puntualizzazioni dagli esperti, che hanno sottolineato la gestione a livello regionale della tassa oggetto del dibattito. Attualmente, infatti, la tassa automobilistica regionale consente alle regioni di ricevere nelle proprie casse più di 6 miliardi di euro. Graverebbe sul bilancio dello stato compensare ad un'eventuale perdita nei fondi regionali dovuti all'eliminazione del bollo auto o alla sua riduzione.

I dubbi sui finanziamenti

Il livello di governance della riscossione del bollo è, però, solo uno dei vari punti lacunosi. Gli economisti, infatti, oltre a chiedersi come lo Stato potrebbe compensare le perdite delle regioni, si pongono altri quesiti. In primis il dubbio riguarda ulteriori settori che potrebbero essere finanziati con il risparmio ottenuto, come la sanità, in crisi per quanto riguarda i fondi dedicati ad implementare le strutture.

Un'altra incertezza non ancora chiarita dalle forze politiche riguarda cosa potrebbe accadere se il punteggio dello spread dovesse risalire, come si andrebbe poi a risanare la situazione creata dai mancati introiti dovuti al bollo auto. L'associazione dei commercialisti milanesi, presieduta dalla dottoressa Marcella Caradonna, inoltre, ha espresso il suo dissenso non riguardo la manovra tout-court ma sulla sua realizzazione senza un programma economico-fiscale organico e coerente.

La riduzione del punteggio base tra i titoli nazionali e quelli tedeschi hanno spinto la commissione europea a non aprire la procedura di infrazione ma per gli esperti non è facile prevedere gli effetti di lungo periodo, e chiedono di aspettare almeno il prossimo bilancio dello Stato per poter avere spazi di manovre più ampi e capire cosa e come finanziare con i risparmi ottenuti.