Non c'è via d'uscita per far ripartire la circolazione dei crediti di imposta del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi, tra i quali le agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni delle abitazioni. Nella giornata di ieri, 5 luglio, il ministero dell'Economia ha ribadito come le misure fiscali dei bonus vadano a incidere negativamente sul bilancio statale. Anche volendo considerare la vendita dei crediti e dei bonus come 'moneta fiscale' - alternativa all'euro -, il risultato è quello di un minore gettito per lo Stato e un conseguente aumento del debito pubblico.

A fronte delle difficoltà che il blocco della circolazione dei crediti sta facendo riscontrare nella fase di ripresa dell'economia, proprio nella giornata di oggi è intervenuto Giuseppe Conte, leader del M5S, che ha inserito nel documento consegnato a Mario Draghi la richiesta urgente di introdurre misure affinché possano ripartire sia la cessione dei crediti che gli interventi edilizi.

Bonus edilizi e superbonus 110%: dalla cessione dei crediti di imposta la circolazione della nuova 'moneta fiscale'

Il punto della situazione sui bonus edilizi e sul superbonus 110% è stato fatto dal ministero dell'Economia che ha risposto, nella giornata del 5 luglio, a una interrogazione in Commissione Finanze al Senato per bocca del sottosegretario Maria Cecilia Guerra.

L'interrogazione, presentata da Andrea De Bertoldi di Fratelli d'Italia, ha preso spunto dagli studi condotti dalla Luiss Business School e da Open Economics, secondo i quali la proroga del superbonus e lo sblocco della cessione dei crediti di imposta comporterebbero, nel medio e lungo periodo, un impatto positivo sul bilancio statale stimabile in 811 milioni di euro, derivanti dal maggior gettito di Iva e Ires sugli interventi effettuati.

Inoltre, la possibilità di vendere i crediti di imposta dei bonus e del superbonus 110% rappresenta un passaggio indispensabile per l'introduzione e la circolazione della moneta fiscale come mezzo alternativo - ma non in contrapposizione - all'euro. Infine, la stessa vendita dei bonus o l'applicazione dello sconto in fattura non determinerebbero oneri a carico del bilancio statale e continuerebbero ad avere un effetto benefico sull'economia e sulla ripresa, ragione per la quale la proroga del superbonus 110% al 2030 rappresenterebbe un'"enorme spinta sulla domanda di ristrutturazioni immobiliari".

Bonus edilizi, il Mef frena sul superbonus 110% e sulla proroga al 2030

Con la risposta di Maria Cecilia Guerra, il ministero dell'Economia ha frenato in merito a una proroga del superbonus 110% e a un utilizzo pressoché libero del cessione dei crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi così come avveniva fino a qualche mese fa. Per un eventuale allungamento della scadenza del superbonus, infatti, "occorrerebbe reperire idonea copertura, non rilevando ai fini dell'adozione del provvedimento eventuali effetti indotti sull'economia", ha affermato la sottosegretaria. Alla stessa conclusione giunge Maria Cecilia Guerra sulla circolazione generalizzata del credito di imposta dei bonus che "inciderebbe negativamente sui saldi di bilancio, in misura anche significativa", con il rischio di un ulteriore aumento del debito pubblico.

Crediti di imposta su bonus e superbonus 110%: poche novità su apertura seconda e terza cessione

Infine, sono poche le possibilità di apertura della cessione del credito di imposta sui bonus edilizi e sul superbonus in relazione al secondo e al terzo trasferimento. "La numerosità e l'eterogeneità dei soggetti coinvolti nelle operazioni risultate fraudolente mirano a dissimulare la genesi del credito", ha risposto Maria Cecilia Guerra. Il che significa che dopo la prima cessione libera del credito, la seconda e la terza cessione potrebbero essere confermate così come prevede l'attuale normativa e vincolate ai soggetti di Affari e Finanza rientranti nel regime controllato. Quest'ultimo passaggio confermerebbe inoltre le intenzioni del governo di non evitare ulteriori strette sui bonus edilizi, in particolare sull'applicazione dello sconto in fattura o sulla cessione del credito mediante le verifiche alle quali sono tenute le banche nell'accettazione dei bonus stessi.

A tal proposito, l'impianto delineato con gli ultimi decreti, sottolinea il sottosegretario al Mef, risulta un "elemento essenziale per contrastare gli illeciti".

Bonus edilizi, Conte scrive a Draghi per sbloccare i crediti di imposta incagliati dalla normativa del superbonus

Nella giornata di oggi anche Giuseppe Conte è intervenuto sulla situazione di blocco che ormai perdura sui crediti di imposta dei bonus e superbonus edilizi. Lo ha fatto nel documento che ha consegnato a Mario Draghi come impegno per la permanenza nella maggioranza di governo. Sui bonus edilizi, in particolare, si legge: "Gli interventi governativi che si sono via via susseguiti e le Sue stesse dichiarazioni rilasciate in ambito europeo, hanno prodotto un clima di forte sfiducia nei cittadini e negli stessi operatori del settore, con il risultato che la circolazione dei crediti fiscali di fatto risulta bloccata, decine di migliaia di imprese sono sull’orlo del fallimento e molti cittadini si ritrovano con i lavori in casa sospesi.

Siamo al paradosso. Una misura che era stata universalmente apprezzata da tutte le forze parlamentari e riconosciuta come virtuosa dalla Presidente della Commissione europea adesso sta producendo un danno collettivo, che rischia di costare migliaia di posti di lavoro. Per noi è assolutamente imprescindibile che si introduca, con la massima urgenza, una soluzione davvero funzionale, in grado di sbloccare le cessioni e di consentire il completamento dei lavori".