Per la serie BlastingTalks intervistiamo Manuel Corona, founder di Shampora. La start up offre una piattaforma che permette agli utenti di creare prodotti per capelli su misura, grazie a un assistente virtuale che analizza le caratteristiche tricologiche e le loro specifiche esigenze.

Blasting Talks è una serie d'interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

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Partiamo dall’idea alla base di Shampora: com’è nato il progetto imprenditoriale, di cosa vi occupate nello specifico e a chi vi rivolgete?

Shampora nasce direttamente da una mia esigenza. Lavoravo nella più grande multinazionale del settore della bellezza e non riuscivo a trovare lo shampoo più adatto ai miei capelli, quindi me ne sono fatto fare uno su misura da un mio amico ingegnere chimico. A quei tempi trovavo assurdo che, nonostante lavorassi nel settore della bellezza da tanti anni, con così tanti prodotti a disposizione sugli scaffali, nessuno di questi fosse in grado di soddisfare le esigenze del mio cuoio capelluto e dei miei capelli riccissimi.

Così nel 2018 quell’idea di farmi fare uno shampoo su misura è poi diventata l’azienda, dopo alcuni test di validazione di fattibilità, che poi si sarebbe chiamata Shampora.

Come funziona il processo di creazione dei vostri prodotti?

Shampora crea prodotti iper-personalizzati per i capelli di ogni persona, il cliente entra all’interno del nostro sito e risponde a un questionario di circa 40 domande riguardo lo stato dei suoi capelli, del suo cuoio capelluto e del suo stile di vita.

Il nostro algoritmo analizza tutte le risposte e crea una formula, con ingredienti specifici, personalizzata per le sue esigenze. Il cliente può decidere se acquistare una volta o in abbonamento i suoi prodotti personalizzati come shampoo, conditioner, leave-in, prime mask, active water, hair oil o hair color. Ci rivolgiamo principalmente a una clientela femminile, fortemente in Italia ma iniziamo ad avere un buon riscontro anche all’estero.

Quali sono i prodotti più richiesti dai vostri clienti, qual è la spesa media e come avviene il processo di produzione?

Oggi il kit più richiesto è la Hair Box, il nostro sistema di abbonamento che ad un prezzo fisso di € 29,70 include 3 prodotti per capelli full size a scelta del cliente, un omaggio e la spedizione gratuita. La composizione dei kit è varia a seconda delle esigenze dei clienti, ma lo shampoo e il conditioner (balsamo) sono sicuramente i nostri prodotti più venduti.

Perché avete scelto di realizzare prodotti cruelty-free, senza solfati e senza parabeni?

Abbiamo sempre più clienti che approcciano uno stile di vita vegetariano e vegano, in Europa è oltretutto vietato dalla legge effettuare test sugli animali quindi tutti i prodotti beauty nascono cruelty free.

Nello specifico, però, noi abbiamo voluto chiedere la certificazione a Peta per dare un’ulteriore sicurezza al cliente che non sa dell’esistenza di questa legge. La nostra Hair Care è formulata senza solfati, ma in realtà non è un ingrediente che demonizziamo. Ad esempio nel nostro Hair Color è possibile trovare dei solfati. La differenza è che l’hair care viene utilizzata più volte a settimana quindi reputiamo che le nostre formule personalizzate siano più efficaci senza solfati, mentre in Hair Color, che viene utilizzato con meno frequenza dalla cliente, non reputavamo necessario togliere questo ingrediente.

Come funziona l’algoritmo alla base della vostra piattaforma e quali principi segue per personalizzare il prodotto?

L’algoritmo assegna dei punteggi alle risposte del cliente e alle combinazioni delle risposte. Ogni data point interagisce con l’altro e l’algoritmo va a selezionare la corretta base cosmetica che verrà poi miscelata con gli attivi necessari. A questo punto viene poi inserita la fragranza scelta dall’utente in intensità debole, media o forte.

Qual è stato l’impatto sulla vostra attività dei recenti sviluppi internazionali, come la pandemia e la guerra in Ucraina?

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina nessuno, la nostra filiera di approvvigionamento è al 99% italiana e non abbiamo fortunatamente subito ripercussioni. Auguro ogni bene alle popolazioni colpite e che ne possano uscire presto. La pandemia ha invece accelerato l’e-commerce in ogni settore e ne abbiamo beneficiato in termini di clienti raggiunti.

Quali sono le principali sfide che avete dovuto affrontare per fare innovazione in questo campo?

La sfida principale è stata quella di scalare la produzione personalizzata. All’inizio creavamo i prodotti a mano in un piccolo laboratorio, crescendo in questi anni abbiamo aperto uno stabilimento di 1.000 metri quadri a Roma dove i robot prendono un flacone vuoto, stampano il nome della cliente e la sua formula personalizzata e poi portano il flacone nell’area di riempimento dove un sistema di dosaggio automatico inserisce solo gli ingredienti scelti per la formula della cliente. Abbiamo dovuto costruire questo macchinario di iper-personalizzazione, che abbiamo chiamato The Heisenberg, da zero perché quello che offre il mercato non è adattato alle nostre esigenze.

Guardiamo al futuro: quali ulteriori innovazioni e novità intravvedete e quali progetti avete in fase di sviluppo per i prossimi anni?

Quest’anno lanceremo altri prodotti e siamo al lavoro per aggiungere un nuovo sistema di personalizzazione basato sulla raccolta di dati genetici, ovvero su un test del DNA e sull’analisi di marcatori dedicati al cuoio capelluto e ai capelli. Vogliamo diventare il più grande brand di personalizzazione prodotti per capelli al mondo.

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