Il referendum greco di domenica rappresenta il primo vero crocevia per l'Europa. La chiamata alle urne voluta dal premier Tsipras può rimettere in discussione la supremazia della tecnocrazia sulla democrazia. Il popolo ellenico, lacerato da una crisi economica infinita, ha la possibilità di dire basta all'austerità che l'ha condannata. Il no all'ultimatum della Troika sancirebbe una spaccatura culturale (prima che monetaria) e solleverebbe un dibattito nel resto dell'Unione.
"La Grecia è il Paese che ha fatto nascere la democrazia - ha ricordato Tsipras nel suo messaggio alla Nazione - e per questo deve dare una risposta vibrante di democrazia alla comunità europea e internazionale".
Il risultato del referendum resta incerto, così come la sua forza in presenza di accordi last minute tra il governo di Atene e la Commissione Ue. Persino un'uscita dall'euro, con il clamoroso ritorno alla dracma, per quanto possibile è un'ipotesi che in molti hanno scacciato. "In questi momenti critici - ha spiegato il leader di Syriza - dobbiamo tutti ricordare che l'Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell'Europa, e l'Europa è parte imprescindibile della Grecia". La Germania e Angela Merkel permettendo...