La scala mobile di una delle tante stazioni del metrò, all'interno della quale, tra i pendolari e la gente comune, spiccano due figure: una femminilein primo piano, di spalle, la testa coperta dal velo di un delicato rosa pastello, l'altra, sulla sinistra, leggermente sfocata, è un uomo in maniche di camicia, la giacca posata sulla spalla destra con disinvoltura, lo sguardo che intercetta - volutamente - quello della donna. Al centro, sul lato destro dell'immagine, compare una scritta che reca il nome dell'uomo,Michael Müller, e la città di cui è sindaco da due anni:Berlino.
Nessun logo. E anche questo non è un caso, dal momento che siamo inpiena campagna elettorale per le comunali nella capitale tedesca.
Il manifesto compare da oggi in tutte le stradee le piazze della città. Così il Partito Social Democratico (SPD) ha inteso ribadire il suo consenso alla politica di accoglienza, e la ferma intenzione di continuare sul cammino percorso fin qui dalla coalizione di governoall'indomani delle discusse dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dalla Cancelliera Angela Merkel.
Botta e risposta
Un "botta e risposta" tanto soft quanto inaspettato nei confronti di chi ha criticato la scarsa fermezza dimostrata fin qui dal governo tedesco sulla spinosa questione dei rifugiati.
"Berlino è e rimane una città cosmopolita, sinonimo di libertà che garantisce e garantirà a tutti - berlinesi e non - gli stessi diritti" ha sottolineato Michael Mueller, in un video postato sulla sua pagina Facebook.
Nel frattempo, era già stato presentato alla stampalo slogandella campagna apparso su Twitter con l'hashtag #berlinbleibtweltoffen (Berlino resta aperta al mondo).
Le reazioni dell'opposizione non hanno tardato ad arrivare: Oliver Höfinghoff, membro della Piratenfraktion, ha commentato sarcastico: "Oh, ancora una sciarpa...che però non funziona, non negli ufficipubblici!.." con una chiara allusione alla recente controversia scatenata nei giorni scorsi, riguardante la propostadi un referendumlanciata dalla circoscrizionediNeukölln, dall'avvocatessaturca Betül Ulusoy, per il libero uso dell'hijabsul posto di lavoro.