Vi abbiamo riferito stamattina circa l'incontro tra i sindacati e il Ministero dell'Istruzione per quanto riguarda l'informativa delle immissioni in ruolo dei docenti 'comuni', degli insegnanti di sostegno e del personale Ata per il prossimo anno scolastico 2014/2015. In sintesi, le assunzioni che verranno concesse si riferiscono al solo turn over, con i seguenti numeri: 15.439 per quanto riguarda i docenti comuni, 13.342 per il sostegno e 4.599 per il personale Ata.

In realtà, dietro questi numeri si nasconderebbe un piccolo 'giallo'. Infatti, oltre al turn over, per quest'anno era prevista anche l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti, così come era stato anticipato qualche giorno fa dal dirigente del Miur, Luciano Chiappetta. Si è fatto riferimento, in quell'occasione, al piano triennale contenuto nel Decreto Carrozza che comprende ben 14mila posti vacanti: in realtà, il ministero dell'Economia aveva provveduto già a sottrarre circa 6mila in sovrannumero e non riassorbibili in quanto titolari di classi di concorso desuete o, in ogni caso, superate dalla precedente riforma degli ordinamenti. 



Miur, scuola, niente posti vacanti per uno strano 'inghippo' burocratico

Dunque, non solo turn over ma anche posti vacanti. Ma allora come mai le immissioni in ruolo hanno riguardato solo le cessazioni? Luciano Chiappetta, nel corso dell'intervista rilasciata al noto quotidiano 'Sole24Ore', aveva dichiarato che l'atto di indirizzo era pronto ma il Ministero dell'Economia ha comunicato che il governo non ha provveduto ad emanarlo...Una clamorosa dimenticanza oppure una beffa? 

I sindacati hanno già, comunque, pronta un''arma di riserva' costituita dalla cosiddetta 'nomina giuridica' che potrebbe dare un'ulteriore chance ai tanti precari che, comprensibilmente, non saranno affatto contenti dell''equivoco'.

Alcuni sindacati, tra i quali lo SNALS, hanno chiesto, inoltre, che vengano inserite nel conteggio delle immissioni in ruolo anche i posti che si libereranno in seguito all'emendamento approvato riguardante i 'quota 96'. Per il momento, però, il governo sta usando una certa prudenza visto che non si conosce ancora il numero esatto dei posti che resteranno vacanti.