Sembra ormai divenuta solo una questione formale il calmieramento delle aliquote Inps della gestione separata, a cui devono sottostare professionisti senza cassa previdenziale e lavoratori autonomi. Il problema nasce dal progressivo aumento delle aliquote contributive per gli iscritti, che sono arrivate ormai alla soglia del 30,72% e che sembrano destinate in breve tempo a salire fino al 33% del fatturato. Se si aggiunge che molti di questi lavoratori si sono visti triplicare l'aliquota sostitutiva dell'irpef dal 5% al 15% e si tiene conto che per alcuni lavoratori i limiti di fatturato si fermano alle 15.000 € annue, ci si può facilmente rendere conto di quanto possa essere problematica la situazione.
Tanto che molti lavoratori hanno già etichettato la situazione come insostenibile, prospettando la chiusura della propria attività.
Contributi gestione separata, Governo Renzi al lavoro. Dal Parlamento arriva la proposta Damiano
Sul tema dei contributi Inps destinati alla gestione separata e del nuovo regime forfettario in sostituzione dei vecchi minimi, il Premier Renzi era già intervenuto poco prima della fine dello scorso dicembre, spiegando che sarebbero giunti al più presto dei correttivi. Il Governo starebbe pensando ad un blocco della aliquote previdenziali oppure ad un aumento dei massimali previsti per i lavoratori intellettuali, ma il problema principale resta sempre quello delle coperture; toccare le aliquote a parità di gettito significherebbe ad esempio ridurre i vantaggi fiscali o previdenziali per altre categorie di lavoratori, come artigiani o commercianti.
Sulla questione è intervenuto di recente anche il Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati. La sua proposta consiste nell'equiparare la soglia massima dei versamenti nella gestione separata a quella dei lavoratori dipendenti, portando quindi la contribuzione al 24% del reddito: un'ipotesi suggestiva di giustizia sociale, che però si troverebbe a scontrarsi contro le ristrettezze del bilancio pubblico.
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