E' giunta pochi minuti fa la sentenza della Corte Costituzionale in merito all'ammissibilità del referendum pro abrogazione della Legge Fornero, con i giudici della Consulta ad aver optato per il no. Stop dunque all'iter referendario promosso in questi mesi dalla Lega Nord, stop alle speranze di quanti avevano tenuto il fiato sospeso nella convinzione che potesse essere la volta buona. Prima di cogliere le possibili conseguenze che la decisione della Consulta avrà sulla prossima riforma delle pensioni 2015 riportiamo la nota rilasciata pochi istanti fa dallo stesso Palazzo della Consulta: 'La Corte costituzionale, nell'odierna camera di consiglio ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all'articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive'. Le motivazioni che hanno portato alla sentenza saranno depositate più in là 'entro comunque i termini di legge' fanno sapere i giudici. Bisognerà attendere qualche tempo dunque ma il quadro già adesso è abbastanza chiaro.

Riforma pensioni 2015 e referendum Legge Fornero, la Consulta dice no: ecco le conseguenze, il colpo è di quelli duri da digerire

Il no della Consulta al referendum pro abrogazione della Legge Fornero contribuisce a cancellare in un solo istante ogni ipotetico scenario che si sarebbe potuto palesare in riferimento a riforma pensioni 2015 e previdenza in caso di via libera: cittadini, Istituzioni e forze politiche dovranno dunque continuare a convivere con una Legge che negli anni ha costretto i vari governi ad approvare provvedimenti di salvaguardia per oltre 14 miliardi di euro. A nulla sono valse le memorie difensive presentate dall'avvocato del comitato promotore, che ha dovuto soccombere al collega che rappresentava il governo nazionale. Se gli italiani piangono l'esecutivo Renzi può tirare un bel sospiro di sollievo: un eventuale si con conseguente abolizione della Legge Fornero in primavera avrebbe creato un buco di oltre 80 miliardi di euro, con la stessa Legge di Stabilità approvata poche settimane fa che sarebbe divenuta quasi carta straccia. Che cosa cambia adesso in ottica riforma delle Pensioni 2015?



In primis cambia il modo di strutturare le future manovre: ogni provvedimento che era stata pensato per sopperire alla mancanza di una Legge di sistema del comparto previdenziale va ovviamente cassato. La via è segnata, bisognerà studiare provvedimenti che possano derogare ad una qualche norma contenuta nella Legge Fornero, in primis quella che fissa l'età pensionabile a 67 anni. Un altro punto sul quale bisognerà ragionare sarà il riassetto della pensione anticipata, con la modifica dei requisiti di accesso all'istituto che occuperà gran parte della prossima riforma delle pensioni 2015. Certo la battuta d'arresto è di quelle pesanti, data l'aria di rivoluzione che si respirava ormai da settimane. Adesso la palla passa al governo Renzi, che dovrà dimostrarsi abile nello sfruttare la possibilità concessa dalla Consulta arrivando a studiare adeguati correttivi nei riguardi di una riforma, la Legge Fornero, che ha comunque dimostrato di non funzionare a dovere. Se desiderate rimanere aggiornati sulle prossime news attinenti a riforma pensioni 2015 e previdenza vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.