Resta ancora molto elevata l'attenzione dei lavoratori e delle parti sociali per la delicata questione della flessibilizzazione previdenziale. Il sistema ha subito un brusco irrigidimento a partire dall'ormai lontano 2011, quando con la legge Fornero sono stati messi in sicurezza i conti pubblici, anche tramite l'innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi per l'accesso all'Inps. Una norma grazie alla quale si è registrata la sostenibilità della previdenza pubblica, ma anche la moltiplicazione delle situazioni di disagio: dai lavoratori esodati, ai precoci, da chi ha svolto impieghi usuranti fino ai disoccupati in età avanzata, rimasti senza reddito di lavoro e senza possibilità di accedere al welfare pubblico.
Purtroppo, l'effetto dirompente di questo meccanismo non si è limitato a colpire solo coloro che erano prossimi al pensionamento, visto che nel frattempo è esplosa la disoccupazione giovanile (superando la soglia del 40%). Una situazione che lo stesso Ministro Giuliano Poletti non ha esitato a definire problematica per il "rischio sociale", richiamando l'attenzione dell'esecutivo sulla necessità di un intervento correttivo strutturale.
Pensioni anticipate 2015 e sistema Inps: le ipotesi di flessibilità basate sul ricalcolo contributivo
Stante che il capitolo della previdenza necessiti al più presto di maggiore flessibilità, resta da capire quale strategia seguire per poter arrivare ad una situazione di compromesso tra le esigenze dei lavoratori e la sostenibilità del sistema.
La recente nomina di Tito Boeri alla presidenza dell'Inps ha rafforzato le ipotesi basate sul pensionamento grazie al ricalcolo contributivo di almeno una parte della mensilità erogata, accelerando il passaggio dal vecchio retributivo, già avviato in seguito alla Riforma Fornero. In alcuni precedenti editoriali, l'economista aveva suggerito l'opportunità di riequilibrare le discrasie orizzontali (tra gli stessi pensionati) e verticali (tra le diverse generazioni) presenti nel comporto, attraverso l'idea di un contributo di solidarietà sulle Pensioni più alte.
Una strategia che, però, si scontrerebbe contro diverse sentenze della Corte Costituzionale, pronunciatasi più volte in passato a tutela dei diritti acquisiti, sebbene l'intento sia quello di favorire una maggiore solidarietà all'interno del comparto previdenziale.
Dalle mini pensione alle proposte sindacali, fino alla quota 100: ecco le ipotesi sul tavolo del Governo Renzi
Ad oggi una data certa per quanto concerne la decisione finale riguardo ad uno strumento di pensionamento anticipato flessibile ancora non c'è; secondo alcune recenti indiscrezioni giornalistiche, la svolta potrebbe arrivare solo con la nuova legge di stabilità, quando sarà chiaro il potenziale impatto sui conti.
A voler accelerare con decisione sono i sindacati e le parti sociali, che hanno chiesto più volte al Governo Renzi si dar vita ad una piattaforma unificata.
La Cgil vorrebbe ripristinare il pensionamento già a partire dai 60 anni di età, oppure in alternativa con 40 anni di versamenti, mentre la Cisl chiede il ripristino del sistema a quota. Proprio quest'ultima possibilità sembra essere molto apprezzata dai lavoratori, che hanno più volte commentato positivamente la proposta dell'On. Cesare Damiano, che prevede di istituire la quiescenza anticipata con Quota 100. Restiamo in attesa dei vostri commenti, mentre per restare aggiornati vi ricordiamo di cliccare sul pulsante "segui" in alto, sopra al titolo.