"Siamo entrati nel sesto anno di mancato rinnovo dei CCN [...] si è così determinata una caduta del potere di acquisto delle retribuzioni mediamente del 10,5% dal 2010 al 2014, destinata ad aumentare nell'anno in corso, con ripercussioni molto gravi sulle future pensioni". Sono le dichiarazioni rilasciate dall'ufficio stampa della Cgil in relazione alla lettera inviata al Governo Renzi e sottoscritta contemporaneamente da Camusso, Furlan e Barbagallo, in rappresentanza dei rispettivi sindacati (Cgil, Cisl e Uil). Le parti sociali sono tornate così, ancora una volta a chiedere un incontro all'esecutivo, per discutere di una riforma del sistema lavorativo e di quello pensionistico, al fine di agevolare i meccanismi di pensionamento anticipato e al contempo di riavviare nuovamente il turn over.

Il problema del disagio sociale venutosi a creare in seguito alla legge Fornero ormai riguarda infatti tanto i lavoratori in stato di disagio ed età avanzata (si pensi agli esodati, ai precoci, a chi svolge lavori usuranti e ai disoccupati in età avanzata), quanto i giovani in cerca di un primo impiego, rimasti esclusi dalla staffetta generazionale.

Il Presidente Boeri allo studio del sistema Inps: si cerca piano di flessibilità sostenibile per i conti pubblici

Stante la situazione, le esigenze di flessibilizzazione dell'attuale sistema di pensionamento pubblico sono al centro anche del lavoro portato avanti dal Presidente Inps Tito Boeri: il nodo però sembra tutt'altro che semplice da risolvere, perché bisogna trovare la quadra tra le legittime esigenze di tutela e quiescenza anticipata dei lavoratori e quelle del bilancio pubblico.

In una recente intervista al Corriere della Sera, l'economista della Bocconi ha spiegato che potrebbe risultare sensato progettare delle "pensioni in anticipo, ma più leggere", sfruttando il principio del ricalcolo contributivo. Purtroppo il problema resta sempre quello dei conti pubblici, basti pensare al fatto che anche nell'anno in corso le previsioni indicano un nuovo deficit dell'Inps di 6,7 miliardi di euro.

L'esigenze di tenere il borsellino sotto controllo è uno dei paletti imprescindibili per poter avviare la flessibilizzazione del nostro sistema previdenziale, perché per l'UE "i conti pubblici vengono considerati nella loro dimensione annuale, anziché sul lungo periodo".

Pensioni anticipate 2015, dai meccanismi contributivi alla Quota 100: una mediazione complessa

Proprio per i motivi appena elencati, la battaglia per la flessibilità dell'accesso al pensionamento appare dagli esiti tutt'altro che scontati. Se è vero che vi è l'universale riconoscimento della necessità di un intervento sui meccanismi di accesso all'Inps, d'altra parte restano ancora lontane le posizioni su quale sia la migliore strategia per consentire il pensionamento anticipato. Le parti sociali e la Commissione Lavoro alla Camera sembrano orientate per un sistema a quote, con la Quota 100 a fare da protagonista. Una soluzione molto apprezzata anche dai lavoratori, ma che potrebbe essere scartata per i costi eccessivi.

Governo e Inps sembrano mirare invece a sistemi contributivi, oppure alle mini Pensioni con il prestito Inps. Vi sono infine delle proposte intermedie, si pensi al prepensionamento con penalizzazione a partire dai 62 anni di età. E voi, cosa ne pensate? Come d'abitudine, restiamo in attesa di un vostro commento, mentre vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" per ricevere gli ultimi aggiornamenti sulla previdenza.