Continua a segnare temperature elevatissime il dibattito su pensioni lavoratori precoci e Legge Fornero: gli ultimi giorni hanno fatto in particolare registrare un inserimento prepotente del leader della FIOM Maurizio Landini, che di concerto con la CGIL di Susanna Camusso ha programmato uno sciopero generale per giorno 28 marzo. Il numero uno della Nuova Coalizione Sociale ha sottolineato come la riforma della previdenza debba evidentemente agire sull'età pensionabile, con la CGIL a puntare su un'uscita per tutti i lavoratori a quota 60 anni di età e lo stesso Landini ad individuare invece la soluzione ideale nel range che va dai 60 ai 62 anni.

Tutte misure che vedono d'accordo anche il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, protagonista nelle ultime ore di uno scontro a distanza con il ministro del lavoro del governo Renzi Giuliano Poletti e con il presidente dell'INPS Tito Boeri. Proprio l'ente previdenziale ha recentemente emesso una circolare recependo il decreto approvato dal MEF, ecco che i due enti si sono ritrovati ad essere 'complici' dell'inasprimento dei requisiti di accesso al prepensionamento. Un segnale certo non positivo ma non è il solo.

Pensioni lavoratori precoci e Legge Fornero, Landini, Damiano e Boeri: INPS e MEF complici dell'inasprimento dei requisiti di accesso al prepensionamento

Parlando di pensioni lavoratori precoci, Legge Fornero e previdenza non possiamo dunque non mettere in evidenza come il dibattito attualmente in corso risulti più aspro e duro che mai. Degno di nota in particolare l'intervento di Maurizio Landini, che ha evidenziato come ci siano 'lavori e lavori' e come alcuni lavoratori vadano tutelati più di altri anche in base a quando hanno avviato il proprio percorso professionale. In effetti quello della diversificazione di situazioni e contesti lavorativi rappresenta ad oggi uno dei problemi più rilevanti in ottica riforma della previdenza: il caso Pensioni lavoratori precoci andrebbe ad esempio trattato come un blocco a se stante data la specificità della categoria, eppure non si è quasi mai assistito ad uno scenario di questo genere. Lo stesso Landini si è inoltre scagliato contro la Legge Fornero evidenziando come vada immediatamente riaperto il processo di modifica delle norme ivi contenute. Intendimento in riferimento al quale il presidente INPS Tito Boeri si è detto d'accordo senza però far nulla di concreto al riguardo.



E mentre si discute di pensioni lavoratori precoci, modifiche alla Legge Fornero e riforma della previdenza, in modo quasi silente e sommesso INPS e MEF si sono resi protagonisti dell'ennesimo inasprimento dei requisiti d'accesso ad un istituto previdenziale. Per effetto del provvedimento approvato dal Ministero e recepito dall'INPS, per accedere alla pensione anticipata serviranno, a partire dal 2016, 42 anni e 10 mesi di contributi agli uomini e 41 anni e 10 mesi alle donne, con un aumento di ben 4 mesi rispetto ai requisiti validi per il 2015. Nonostante il percorso da intraprendere dovrebbe essere quello opposto statuizioni del genere non sorprendono più, con il governo che continua a 'lanciare il sasso nascondendo la mano'. A questo punto il dibattito in Commissione Lavoro sul ddl Damiano appare l'unica ancora di salvezza.