"Diventano sempre più numerosi i cittadini che si chiedono che diritto ha l'Europa dei burocrati e dei banchieri di imporre la proprio volontà ai singoli Stati, pretendendo nuovi tagli allo stato sociale. Vale per la Grecia, ma anche per l'Italia" spiega il Presidente della Commissione lavoro alla Camara Cesare Damiano, commentando le ultime vicende che stanno caratterizzando l'attuale contesto internazionale, così come riferisce l'autorevole Agenzia di comunicazione Ansa. "È giunta l'ora di dire basta alle logiche del rigore ottuso, targato Germania, che porta il continente al disastro economico e sociale".

L'esempio del Paese ellenico non è casuale, visto che proprio in questi giorni si sta verificando l'ennesimo braccio di forza sull'attuazione di nuove misure restrittive, che dovrebbero andare a colpire il comparto della previdenza. Gli organismi internazionali chiedono di tagliare le opzioni di prepensionamento, ma il Premier Tsipras ha definito i nuovi tagli alle Pensioni pubbliche come non perseguibili perché la popolazione è ormai allo stremo.

Riforma pensioni, nuovo monito della Bce: troppo rischioso aprire ancora alla previdenza anticipata

Stante la situazione, negli scorsi giorni non sono mancati nuovi richiami nemmeno all'Italia contro l'eventualità di aprire a diverse opzioni di pensionamento anticipato.

Il nostro Paese soffre un vasto disagio nel mondo del lavoro a causa della crisi, che ha distrutto ampie fasce della nostra economica negli ultimi anni, oltre che per l'irrigidimento dei requisiti di accesso all'Inps avvenuto con la riforma del 2011. Per questi motivi, l'attuale Governo in carica sta pensando di attuare dei meccanismi di flessibilizzazione nell'uscita dal lavoro, ma un report della Bce ha messo in guardia gli amministratori pubblici contro i "rischi di inversione delle riforme pensionistiche".

I tecnici della Banca Centrale hanno sottolineato un punto per loro fondamentale: "se non verranno intraprese le opportune riforme strutturali, l'invecchiamento demografico avrà implicazioni negative per la sostenibilità delle finanza pubbliche". Un passaggio che però preoccupa lavoratori e parti sociali, perché potrebbe presagire un nuovo freno alle attuali discussioni sulla flessibilizzazione dei meccanismi di uscita dal lavoro e dei prepensionamenti in favore delle persone che vivono una situazione di disoccupazione o disagio lavorativo.

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