La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da due eventi televisivi incentrati sul dibattito Scuola promossi dall'emittente televisiva di La7, con Landini a Firenze giovedì scorso e Stefano Rodotà da Floris lo scorso martedì. Ospite a Di Martedì interveniva sulla riforma della scuola Stefano Rodotà, noto giurista, politico nonché accademico italiano. L'intervista della durata di circa 3 minuti ha avuto come temi la figura del preside e i finanziamenti dei privati. Il messaggio di Stefano Rodotà ha avuto un significato altamente garantista per quelle famiglie meno abbienti che non possono permettersi di mandare i figli alle scuole paritarie, respingendo quelle oscure manovre dei privati in danno dei cittadini.

Riproduzione della centralizzazione del potere

Attraverso la nuova figura del preside che decide autonomamente di nominare i docenti non si fa altro che replicare un meccanismo di centralizzazione del potere mettendo lo Stato in condizione di abdicare dalle sue funzioni in favore di un governatore assoluto. Ma va detto che la scuola è un corpo unico formato da insegnanti e studenti dove è inimmaginabile conferire tanto potere nelle mani di una sola persona. Del resto, anche lui che è stato insegnante, non ha mai pensato di dover avere un potere simile. Proseguendo nell'intervista Floris sposta l'attenzione sulla norma che consente gli sgravi alle scuole paritarie. La risposta di Rodotà è andata nella direzione di garantire a tutti il diritto all'istruzione.

La riforma non deve diventare un pretesto per favorire i privati.

Regola di funzionalità e democrazia

Attraverso questo sistema aumenteranno le differenze tra gli istituti stessi mentre cresceranno dei conflitti che renderanno ingestibile la scuola. Sui finanziamenti dai privati in favore delle scuole va detto che esiste il rischio di creare enormi disparità sociali.

Se i finanziamenti non fossero adeguatamente ripartiti tra centro e periferia avremmo scuole dove la gente benestante potrebbe beneficiare di questa aumentata liquidità a scapito di quelle dove vanno i figli delle famiglie disagiate. Questo è contrario al principio di eguaglianza che le scuole oggi invece garantiscono. Conclude l'intervento accennando alla questione degli sgravi alle paritarie affermando che la Costituzione dice di istituire scuole di ogni ordine e grado ma garantendo altresì prima di tutto il buon funzionamento della scuola pubblica senza che dalla gestione di quelle private ne derivino oneri non consentiti dall'ordinamento costituzionale.