Pensioni precoci edonne, una battaglia politica – Chi segue abitualmente il dibattito sulla riforma pensioni 2015 ha capito che,oltre ad esserci in gioco una scelta economica per il Paese, l’oggetto delcontendere ha molto spesso una natura politica. Nel PD è ormai iniziata datempo una guerra tra bande, con la minoranza Dem che incalza Matteo Renzi, ammaccato dai datideludenti delle amministrative. L’Inps,dal canto suo, cerca di rivendicare una certa autonomia sul piano progettualetramite Tito Boeri: è pur vero che l’Istitutodi Previdenza non può approvare leggi ma ha un potere di moral suasion che non lascia di certo indifferenti i politici.
Itemi più caldi, cioè la pensioneanticipata dei lavoratori precoci ed il prepensionamento delle signore con la proroga dell’opzione donna, rischiano paradossalmente di vedersitra loro contrapposti in un rosario di annunci e promesse molto spesso non mantenute.Cerchiamo di capire perchè.
Riforma pensioni 2015:INPS favorevole a proroga opzione donna, Renzi anche (forse?)
La proroga dell’opzionedonna, con il prosieguo del prepensionamentointeramente contributivo delle signore, è una soluzione che piace a Tito Boeri che, settimana scorsa, haaddirittura rilanciato l’idea di rivedere il sistema favorendo ancora di più l’uscitaanticipata. Anche Renzi, almeno aparole, ha lasciato intendere un suo favore verso questa soluzione anche se, daqualche giorno, non si esprime più sulla riforma pensioni.
Il timore che possaaver cambiato idea, come sulla Scuola, è del tutto legittimo. Sostanzialmente l’opzionedonna sta bene a tutti: le signore lasciano il lavoro prima, lo Stato allalunga tira fuori meno quattrini.
Lavoratori precoci,pensioni troppo basse se si applica solo il contributivo
La mazzata di Boeriè arrivata contro le proposte di pensione anticipata per i precoci: quota 100 epensionamenti flessibili sono stati giudicati troppo costosi.
La linea dell’INPSè molto semplice: va bene tutto, purchè si spendano meno soldi. Nel PD non tutti l'hanno presa bene, tant'è che Damiano ha rilanciato la sua linea, sottolineando la necessità di fare una scelta sociale e non solo economica. Messa in questitermini, comunque, solo il contributivo puropuò rispondere all'esigenza di Boeri: guarda caso lo stesso sistema dell’opzionedonna che alcuni addirittura vorrebbero applicare, con i dovuti distinguo,anche agli uomini.
Il problema, però, è che se si consentisse il prepensionamento dei lavoratori precocicon il contributivo, si condannerebbero decine di migliaia di persone apercepire un assegno inferiore anche del 20% rispetto a prima, pur di fargli lasciare4-5 anni in anticipo. Un disastro, insomma, che fa emergere un paradosso di nonpoco conto: bisogna evitare che la politica metta sullo stesso piano le dueforme di uscita dal lavoro.
Mentre ad una donna di 57 anni, con 35 anni di versamenti emagari poche possibilità di arrivare a 41 anni e mezzo di contributi, può tuttosommato andar bene l’opzione contributiva, ad un lavoratore precoce, magari rimasto disoccupato a pochi anni dal traguardo anagrafico, uno "sconto" contributivo può risultargli come una beffa. E avrebbe tutte le ragioni di questo mondo, aggiungiamo, a lamentarsi.