Proprio nel giorno in cui la riforma scolastica accende i fari e inizia il suo percorso nelle 'tenebre' delle polemiche e delle critiche impietose, la Gilda Insegnanti scende nuovamente in campo per riunire tutte le forze sindacali, politiche e sociali contro quanto contenuto nella 'rivoluzione renziana' che non piace a nessuno. 

L'appello è di quelli forti, che non lasciano adito a dubbi: referendum per abrogare i punti più inaccettabili della nuova legge, ripartendo successivamente dal dialogo con il mondo scolastico e dal confronto con le parti sociali, sempre rifiutato, negli ultimi mesi, dal governo Renzi.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, ha ribadito ancora una volta come la Buona Scuola 'leda gravemente la scuola pubblica statale, andando contro i principi sui quali essa dovrebbe essere fondata'.

Gilda Insegnanti, referendum contro la legge N. 107/2015

Uno dei 'meriti' che bisogna riconoscere a questa nuova legge sull'istruzione italiana, la N. 107/2015, è quello di essere riuscita a ricompattare in un unico pensiero le diverse sigle sindacali che, negli ultimi anni, avevano evidenziato sensibili divergenze all'interno dei loro piani d'azione. 
Il Presidente del Consiglio si è reso conto di questa clamorosa ingenuità e da qui nasce la chiusura del governo a qualsiasi possibilità di confronto. 

Sono diversi i punti contestati alla 'Buona Scuola' e proprio da questi deve proseguire la mobilitazione che possa condurre il mondo scolastico ad indire un referendum per abrogare, per esempio, gli sgravi fiscali e gli aiuti concessi agli istituti paritari, concedendo loro un'ingiusta priorità rispetto alla scuola pubblica; per non parlare della violazione del primo comma dell'articolo 33 della Costituzione italiana, attraverso la concessione ai presidi di maggiori poteri che mettono a repentaglio la libertà di insegnamento. La Gilda Insegnanti contesta, inoltre, le deleghe 'in bianco' che il governo si è 'auto concesso' per permettersi la possibilità di cambiare ulteriormente (e in peggio) la riforma. 

Ecco perchè il sindacato punta alla coesione, all'unità, ad una forte convergenza da parte di tutti coloro che sono contro alla 'Buona Scuola' in modo da poter lottare sino all'abrogazione di una legge che porterà alla rovina della scuola pubblica italiana.