Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al piano di assunzioni è scaduto da qualche ora. Nonostante alcuni annunci televisivi e di testate nazionali che parlavano di 66 mila domande giunte a destinazione, il risultato finale è stato molto diverso. Ne dà notizia orizzonte Scuola ospitando in un suo articolo un intervento di Anief. La nota parla di fallimento del piano del governo di svuotare le Gae in virtù del responso finale. I 66.000 docenti delle Gae hanno colto l'occasione per due terzi, 40 mila in tutto. Per la precisione, 1 docente su tre non ha presentato la domanda, cioè il 33% del totale.

Restano fuori per scelta loro e anche i colleghi che per carenza di offerta di posti non hanno avuto la possibilità di entrare in ruolo. Per Anief sono 20.000, ai quali si aggiungono ora questi 16.000 obiettori.

Il 33% non ha presentato la domanda

Il Miur fa persuasione occulta promettendo supplenze per quest'anno scolastico ormai alle porte, ma il tentativo non va completamente a segno decretando la vittoria del partito del boicottaggio. In Sardegna si è avuto il culmine della protesta dei docenti che hanno inscenato un trolley flashmob all'aeroporto di Elmas. Sono in 4000 a manifestare contro la deportazione forzata. Questo risultato dimostra che il governo non solo perde la scommessa ma che anche la 'supplentite' non finirà con questa ingiusta legge di riforma scolastica.

Questi sono numeri che fanno notizia, commenta Anief. Non si possono ignorare impunemente quei diritti che i docenti si sono guadagnati in anni e anni di supplenze e corsi abilitanti.

Piano fallito

I dati del Miur dicevano che il contingente totale inserito nelle Gae era di 150 mila unità, anche se su questo dato troppe sono state le rettifiche per evitare di non pensare che si barasse sul numero totale, forse per poter sostenere più comodamente che si era riusciti a vincere la 'supplentite'.

I 36.000 esclusi dal piano, parte per scelta e parte per mancanza di cattedre, sono lì a decretare il fallimento della strategia del governo che si è ostinato a non voler mai ascoltare le ragioni della protesta. E adesso si attende un'ondata di raccomandate, inviate dai docenti precari esclusi dal piano di assunzioni, per la diffida ad adempiere da parte del Miur.