Nuova cura dimagrante per le già magre Pensioni degli italiani. A partire da gennaio 2016, infatti, per le pensioni calcolate in toto o anche solo in parte con il metodo contributivo, verranno applicati i nuovi coefficienti di trasformazione che si utilizzano nel calcolo di quanto ha versato il contribuente nella sua vita lavorativa con la rivalutazione stabilita, anno per anno, dall’Istat.

Coefficienti di trasformazione: cosa sono e come si applicano nel calcolo della pensione

Per arrivare a questo calcolo entrano in gioco proprio questi coefficienti che trasformano gli anni di versamenti in pensione.

E dipendono, essenzialmente, da due parametri, ovvero l’età del contribuente e l’analisi della speranza di vita. La correlazione che fa da regola è che più la speranza di vita aumenta e più si abbassano i coefficienti, in quanto, il contribuente rimarrà più tempo in pensione.

L’edizione de La Stampa di oggi, 14 settembre 2015, pubblica i coefficienti dei prossimi tre anni, dal 2016 al 2018 che, in base al ragionamento finora fatto, sono stati ridotti rispetto al triennio precedente, il 2013-2015 che già aveva segnato il primo taglio rispetto al debutto iniziale del coefficiente, datato 1996 e con durata fino al 2012. E le cattive notizie non finiscono qui: a partire dai nuovi coefficienti, il periodo sarà biennale e riguarderà i soli anni 2019 e 2020.

Insomma, i parametri andranno al ribasso e più velocemente.

Coefficienti di trasformazione delle pensioni: ecco il calcolo e come evitare l’applicazione dei nuovi parametri

I nuovi coefficienti riguardano i contribuenti che hanno un’età compresa tra i 57 ed i 70 anni. Il coefficiente applicato fino ai 57 anni si è ridotto passando da 4,304 a 4,246%.

Per una persona di 66 anni, il coefficiente passa dal 5,624 al 5,506%, mentre per i settantenni la caduta va dal 6,541 al 6,378%.

Prendendo ad esempio un contribuente di 57 anni che nella sua vita lavorativa ha accumulato una somma versata all’Inps pari a 330 mila euro, la pensione annuale verrà tagliata dai 14.200 ai 14 mila euro.

A 66 anni la riduzione sarà ancora più consistente, passando dai 18.500 ai 18.150 euro, mentre a 70 anni la caduta sarà da 21.600 a 21 mila euro.

Dunque, come si può notare, la pensione si riduce dai 14 ai 45 euro mensili ed incideranno, al ribasso, su tutte le mensilità future del contribuente.

Per chi nel 2015 ha maturato o maturerà il diritto a percepire la pensione e voglia evitare l’applicazione dei nuovi coefficienti, dovrà presentare domanda entro il 30/11 se proveniente dal settore privato o entro il 30/12 se proveniente dal settore pubblico rientrando, in questo modo, nei coefficienti tuttora in vigore.