L'accordo politico fra Miur e sindacati sulla mobilità 2016/17 e gli ambiti territoriali è arrivato, anche se ancora manca la vera e propria firma del contratto. Dopo aver discusso tanto su un no secco a chiamata diretta da parte del dirigente scolastico, agli ambiti territoriali e alla differenza iniqua di trattamento fra docenti delle varie categorie, alla fine i sindacati hanno ceduto. Tutti tranne la Gilda degli Insegnanti, che come preannunciato qualche giorno fa, non ha accettato il compromesso. La notizia, come riporta il sito La Tecnica della Scuola, è arrivata alle 22 di ieri sera 25 gennaio, a conclusione dell'incontro previsto.

I sindacati che hanno detto sì al Miur sono: Cisl, Uil, Snals e Flc Cgil. Il contratto dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni.

Il Miur e la sua apertura sulla mobilità 2016/17

Anche il Miur ha ceduto in parte su alcuni aspetti della mobilità 2016/17, sullabase dellerichieste sindacali. È stata accettata la richiesta della sequenza contrattuale che stabilisca dei criteri ben definiti sulla chiamata diretta dei docenti all'interno degli ambiti. Un altro punto per i sindacati è stato evitare gli ambiti a tutti gli assunti entro l'anno scolastico 2014/15 che intendono spostarsi nella stessa provincia. Ma chiamata diretta e ambiti resteranno, per cui quasi tutti gli assunti dell'ultimo anno mobilità non avranno mai una titolarità di sede.

A rimetterci sono pure i docenti che decideranno di cambiare provincia. Insomma, un incontro a metà strada per evitare un atto unilaterale che forse avrebbe comportato anche la perdita di quelle poche concessioni che l'Amministrazione è stata disposta a fare. Ma a pagare, ancora una volta, saranno i docenti. Quelli che lavorano a centinaia di chilometri da casa, i cosiddetti “deportati” del piano straordinario di assunzioni di Renzi.

Quelli che erano in servizio già da prima lontano da casa e speravano nella mobilità. A tirare un sospiro di sollievo sono solo gli assunti prima della riforma della Buona Scuola. Guarda caso... Intanto, dai sindacati, ancora silenzio.

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