Leultime notizie sulle pensioniesulla Riforma della legge Fornero, secondo il Piano presentato dal presidente dell'Inps Tito Boeri mette in allarmei lavoratori precoci. Il presidente Boeri non inserisce, tra i punti da rivedere, i41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni, per l'uscita dal lavoro per i lavoratori precoci. Proposta che è uno dei punti fermi invece del disegnodi legge Damiano sulla flessibilità in uscita, sostenuta dalle organizzazioni sindacali ma sopratutto dai diretti interessati: i precoci.
Piano Boeri bocciato dai sindacati e dai lavoratori precoci
I precoci, com'è ormai noto, sono quella categoria di lavoratori che possono vantare oltre 40 anni di contributi uniti ad un'età anagrafica bassa, avendo iniziato a lavorare anche prima dei 18 anni. Per questi dipendenti la "odiata" legge Fornero del governo Monti varata nel dicembre 2011 stabilisce che, per lasciareattualmente il mondo del lavoro, occorre aver versato42 anni e 10 mesi di contributi, per le donne il requisito è di 41 anni e 10 mesi. Limiti cheperò dal 1° gennaio 2019varieranno ancora con il prossimo adeguamento sino atoccare i 45 anni di contributi entro il 2035.Il Presidente dell'Inps propone al governo divalutare se la presenza di correzioni per laflessibilitàdelle pensionidebba prevedere ancora l’indicizzazione alla speranza di vita per l’accesso alle Pensioni anticipate.
Boeri, difatti, chiede se non sia il caso di congelarei requisiti a 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne,oltre i qualinon andare.
Questa ipotesi non è passata inosservata, come era facilmente immaginabile.Cgil, Cisl e Uil che hannosubito fatto sentire la loro contrarietà, ribadendo la necessità del tetto massimo di41 anni di contributi, schierandosi a favore della proposta di legge del Partito Democratico a firma diDamiano-Baretta del 2013.
Disegno di legge che prevede l'uscita dal lavoro con 41 anni di contributi senza penalizzazioni indipendentemente dall'età anagrafica.
Al Governo del premier Matteo Renzi viene demandata "l'ardua sentenza". Ricordiamo che il Matteo nazionale ha più volte ribadito la volontà dipresentare nel 2016 una propria proposta di riforma della legge Fornero che dovrebbe garantire una maggiore flessibilità in uscita.
Ma sappiamo pure che i vincoli europei sono un capestro per le nostre finanze e per le riforme da attuare. Saprà pertanto il governo rilanciare la flessibilità in uscita dal lavoro con lo stesso slancio con cui si è opposto in questi giorni ai lacciuoli ed ai pretesti dei burocrati della Comunità Europea?
Questo lo vedremo a breve. Seguiteci così vi terremo aggiornati come sempre.