Stipendio sempre più basso per impiegati comunali, maestri, polizia ed amministrativi. Il blocco del rinnovo dei contratti, nei soli anni dal 2010 al 2014, ha causato la perdita media in busta paga di 740 euro per ilavoratori comunali, secondo i dati elaborati sugli stipendi della Pubblica Amministrazione dalla Fp Cgil Nazionale. I numeri desunti dalla Ragioneria generale dello Stato riguardanti diciassette città italiane tra i capoluoghi di regione hanno messo in luce anche il calo dell’occupazione che, in questi anni, si è attestato sul -8,5 per cento, equivalente a 8.400 addetti in meno.

Ancora più preoccupante è la diminuzione di stipendio di alcune città: a Firenze, dal 2010 al 2014, le retribuzioni complessive che comprendono lo stipendio medio inclusa la tredicesima, gli straordinari ed il salario accessorio sono diminuite dell’8,92 per cento, determinando una perdita di ben 2.714 euro. Non è andata molto meglio ad Ancona dove, nello stesso periodo, il salario complessivo è sceso di 2.149,57 euro, con una perdita percentuale del 7,51 per cento.

Perdita stipendi per blocco contratti Pubblica amministrazione: ecco i dati

E’ andata molto male anche ai dipendenti del comune di L’Aquila che, in cinque anni, hanno perso ben 2.388 euro mentre, viceversa, a Torino il calo del salario complessivo è stato solo del meno 1,51 per cento, con una perdita in termini assoluti di 71,49 euro.

A Roma e a Firenze si sono registrati i casi più rilevanti di diminuzione del salario accessorio che dipende dai turni, dal lavoro notturno e da determinate indennità: i dipendenti comunali della capitale hanno subito la decurtazione in busta paga del 13,07 per cento, pari a -827,82 euro che, in buona parte, determina anche la diminuzione del salario complessivo del 3,87 per cento, pari a -1.216,90 euro.

Nel capoluogo toscano, invece, la perdita del capitale accessorio è stata più rilevante: -39,21 per cento, ovvero 2.234,30 euro in meno di stipendio. Gli unici comuni con segno positivo sono stati Palermo e Campobasso. Leggiamo, di seguito, i dati delle 17 maggiori città italiane, verificando, per ciascuna di essa, il calo della retribuzione complessiva media dal 2010 al 2014, in termini assoluti e percentuali e ricordando che il Codacons sta avviando un ricorso collettivo per il risarcimento di quanto perduto dal 2010 ad oggi.

  • Ancona: da 28.623,89 a 26.474,32 = -2.149,57 euro (-7,51%);
  • Bari: da 31.299,97 a 30.759,56 = -470,40 (-1,51%);
  • Bologna: da 28.410,88 a 27.444,45 = -966,43 (-3,4%);
  • Cagliari: da 27.811,09 a 27.646,09 = -165 euro (-0,590,9%);
  • Campobasso: da 26.506,24 a 26.473,77 = +237,53 (+0,9%);
  • Firenze: da 30.426,26 a 27.712,05 = -2.714,21 (-8,92%);
  • Genova: da 30.574,12 a 29.765,70 = -808,42 (-2,64%);
  • L’Aquila: da 28.724,51 a 26.336,35 = -2.388,17 (-8,31%);
  • Milano: da 29.951,55 a 29.677,32 = -274,23 (-0,92%);
  • Napoli: da 29.357,25 a 27.966,02 = -1.391,23 (-4,74%);
  • Palermo: da 24.626,33 a 25.895,19 = +1.268,86 (+5,15%);
  • Perugia: da 27.627,64 a 27.518,13 = -109,51 (-0,4%);
  • Potenza: da 28.846,57 a 27.828,65 = -1.017,92 (-3,53%);
  • Reggio Calabria: da 28.079,41 a 27.160,34 = -919,07 (-3,27%);
  • Roma: da 31.427,29 a 30.210,39 = -1.216,90 (-3,87%);
  • Torino: da 29.504,67 a 29.070,14 = -434,52 (-1,47%);
  • Venezia: da 32.841,04 a 31.942,60 = -898,44 (-2,74%).