In mezzo alle tante polemiche di questi giorni, alla rabbia e alle critiche sulle Buona Scuola, c'è una storia, raccontata dal numero odierno del 'Corriere della Sera' che ci riporta ai veri valore dell'educazione e dell'istruzione e che, nello stesso tempo, ci intenerisce nei ricordi di una Scuola che, purtroppo, non c'è più.

Scuola, Pietra Coniglio, 101 anni e ancora insegna: una vita per la scuola

E' la storia di una nonnina di Castelvetrano, città del profondo Sud, in provincia di Trapani. Lei si chiama Pietra Coniglio e il prossimo 14 febbraio festeggerà 101 anni: Pietra è insegnante dal 1939, naturalmente oggi in pensione, ma...non troppo, visto che, pensate un po', Pietra continua ad insegnare ancora oggi a due studentesse.

La nonnina di Castelvetrano, a giorni alterni, dà lezioni di greco, latino e Divina commedia, che recita persino a memoria. Intervistata dal Corriere della Sera, parla di una vita dedicata alla scuola, una vita piena, grazie a Dio: simpaticamente, fa riferimento al 14 febbraio, festa degli innamorati e giorno del suo compleanno, il 'colmo dei colmi' visto che Pietra Coniglio non ha mai avuto una vera storia d'amore, un fidanzamento e di conseguenza nemmeno un matrimonio. 'Ma c'è ancora tempo, no?' scherza la simpatica nonnina che ci tiene a dire che i suoi veri amori sono stati la scuola e i suoi studenti.

La Buona Scuola di Pietra Coniglio, quella che non c'è più

Pietra Coniglio si informa ancora su tutto, segue la televisione, legge, si diletta nei cruciverba come relax personale, insomma la mente si mantiene sveglia nonostante la veneranda età: forse è proprio questo il segreto di un'insegnante che ha amato la scuola più di qualsiasi altra cosa e che nella scuola ha trovato la realizzazione della sua vita.

Chissà cosa ne pensa Pietra della riforma Buona Scuola Renzi-Giannini, chissà cosa ne pensa di quegli insegnanti spostati come pedine in un grande scacchiere, l'Italia, che avrebbe bisogno, invece, di stabilità nella didattica e di docenti meno preoccupati per il loro futuro. Chissà cosa ne pensa della chiamata diretta dei dirigenti scolastici o della mobilità su ambiti territoriali, dei concorsi e dei quesiti in inglese: una scuola troppo brutta per chi ha provato piacere in questo splendido mestiere.