SullaBuona Scuola di Renzi ci sono molti i pareri contrastanti. Questo progetto che, a sentire il parere del ministro dell'Istruzione Giannini, è uno dei più grandi attuati nella Repubblica Italiana, ha presentato numerosi errori. In molti pensano il contrario. Ad iniziare dai docenti non abilitati che, pur operando da anni all'interno del comparto scuola, si sono visti definiti non idonei. Il motivo è da ricercare all'interno della legge 107/2015 che consente l'accesso al concorso solo a chi è in possesso dell'abilitazione. Persino un noto cantante come Piero Pelù si è schierato dalla parte dei docenti con l'hashtag #noconcorsotruffa, che sta letteralmente spopolando sul web.

Il problema sul quale vorremo incentrare il nostro articolo, ora, è attinente ai docenti precari. Quest'ultimi rischiano di venire discriminati. Essi sono statiassunti con un contratto di lavoro a tempo determinato e risultano essere a rischio. Chi tra i docenti precari ha quasi svolto 36 mesi di servizio, vede la situazione essere ancora più fosca. Per loro, In linea con quanto disposto dalla legge 107/2015, il licenziamento è alla porte. Si stima che circa 64.000 docenti rischino il licenziamento.

Licenziamenti in vista per 64.000 docenti precari

Il cantante Piero Pelù è uno degli esponenti più noti che ha appoggiato la protesta contro il concorso docenti 2016, da lui ribattezzato #noconcorsotruffa.

La storia del concorso 2016 è iniziata conlo slittamento della pubblicazione dei bandi, fino al coro di proteste e di ricorsi attuati dai docenti che si sono visti negare l'ingresso al concorsone a causa della penuria dell'abilitazione.Il Prof.Ing. Alfredo Pudano, il primo ad avere siglato la petizioneStop al concorso truffa, ha messo l'accento su una realtà sconvolgente.

A causa del comma 131, della legge 107/2015, nel biennio 2016/2017, sarà disposto un veto sulla sottoscrizione di rapporti di lavoro con docenti precari che hanno già raggiunto i 36 mesi di servizio o che sono prossimi al raggiungimento degli stessi. Si stima quindi che ben 64.000 docenti possano incorrere nella perdita del posto di lavoro.

Questi licenziamenti di massa si tradurrebbero in un grave colpo per molti docenti precari; tra di essi spiccano persone di 40/50 anni con prole a carico. Per loro trovare lavoro - in un paese attanagliato dalla crisi come il nostro, con un'età anagrafica ritenuta troppo alta - sarebbe quasi impossibile. Quindi è possibile riassumere che se da un lato il concorso docenti 2016 porta a 63.712 assunzioni, dall'altro genera 64.000 licenziamenti a causa del comma 131 della legge 107/2015. Il Miur, quindi, va contro una norma europea: essa afferma che il lavoratore con più di 36 mesi di servizio va tutelato. Il Miur invece, elimina il problema alla radice e non consente ai docenti di superare il periodo di 36 mesi di servizio.

Tutto questo nonostante molti partiti politici si siano già schierati dalla loro parte. Chissà se questi licenziamenti di massa si possono evitare e si riuscirà a garantire una forma di tutela ai docenti precari.