Una bocciatura di massa, quella riferita al concorso docenti, che grida già allo 'scandalo' anche se 'era già tutto previsto', come non esitano a ricordare in molti: tutto previsto sin dall'inizio, ancora prima che si svolgessero le prove scritte. Nessuno spalanchi gli occhi come un bimbo di due anni di fronte ad un'inaspettata sorpresa o esprima il proprio stupore per un verdetto già ampiamente preannunciato: il governo che, dopo aver sponsorizzato il concorso più imponente della storia della scuola pubblica italiana, si appresta a 'dare la colpa' alla scarsa preparazione dei candidati.
Come dire, i posti li abbiamo messi a disposizione ma non è colpa nostra se gli insegnanti non hanno dimostrato di poterseli meritare.
Scuola, concorso docenti e supplenze: a settembre, in cattedra gli insegnanti 'bocciati'
A settembre, i docenti 'profetizzano' sul fatto di trovarsi di fronte ad una farsa degna di una commedia edoardiana: infatti, a chi verranno assegnati quei posti rimasti vacanti? In diverse classi di concorso, non ci sarà altra via di uscita se non quella di conferire gli incarichi ai docenti di seconda fascia delle graduatorie di istituto: per assurdo, proprio gli stessi che le commissioni esaminatrici del concorso docenti hanno 'sonoramente' bocciato sin dalle prove scritte.
Anzi, il Miur, in taluni casi, si ritroverà costretto ad attingere anche dalle graduatorie di terza fascia, tra i docenti non abilitati che, addirittura, non hanno potuto nemmeno presentare domanda per il concorso.
Concorso docenti: al governo conviene la 'supplentite'
Così, dal prossimo anno scolastico 2016/7, ci ritroveremo in cattedra insegnanti abilitati ma 'bocciati' dal concorso, gli stessi che, guarda caso, prestano servizio da anni su posti vacanti e che sono sempre in paziente attesa della loro stabilizzazione.
Mentre in precedenza, con il piano assunzionale straordinario della Buona Scuola, sono stati assunti docenti dalle GaE che non avevano mai messo piede in un'aula scolastica.
Impossibile non pensare ad una strategia del governo, rivolta al risparmio di denaro attraverso le supplenze. Già, la 'supplentite', definita dal ministro Giannini come il male della scuola pubblica italiana: un male che poi, in fondo in fondo, tanto male non è, se poi ti permette di risparmiare rispetto ad un'assunzione in ruolo, anzi su diverse migliaia di assunzioni. Con buona pace di quanto stabilito dall'Unione Europea sull'abuso dei contratti a termine.