Un articolo apparso sul numero odierno de 'Il Corriere della Sera', firmato da Attilio Oliva, presidente della nota associazione TreeLLLe ha trattato l'argomento riguardante la meritocrazia: una questione quella dell'attribuzione del bonus ai docenti 'meritevoli' che, come sappiamo bene, sta molto a cuore al Presidente del Consiglio, Renzi, come, del resto, alla TreeLLLe stessa, da sempre fedele 'sponsor' della riforma scolastica voluta dal governo.

Ultime news scuola, 1 giugno: TreeLLLe 'Riconoscere e far emergere i docenti più apprezzati'

Oliva parla di 'qualità professionale' di chi dirige la Scuola e di chi vi insegna come della variabile che fa la differenza.

L'obiettivo primario è quello di migliorare la selezione degli insegnanti e dei presidi, obiettivo fino ad oggi sostanzialmente trascurato: vengono tessute, a questo proposito, le lodi alla Buona Scuola, definita come una piccola grande riforma che, se ben applicata, potrebbe portare a dei miglioramenti.

Secondo Oliva, oltre all'obiettivo primario del riconoscimento da parte del dirigente dei meriti di un docente, ci sono altri 3 obiettivi indiretti: il primo è quello di mettere in moto un meccanismo positivo di emulazione tra gli insegnanti, così come avviene in ogni contesto lavorativo; il secondo è quello di far emergere le personalità più apprezzate in ogni scuola e premiare la loro qualità professionale; il terzo obiettivo, infine, sarebbe quello di attrarre laureati di alta qualità alla professione di insegnante, dando loro la dimostrazione che, anche nella scuola, è possibile ottenere delle retribuzioni migliori se ci si impegna di più, mostrando il proprio valore.

Buona Scuola, 'piccola grande riforma': due 'pericoli' per il bonus merito docenti

Oliva, però, sostiene che la piccola grande riforma può andare incontro a 2 pericoli. Il primo riguarda la percentuale di insegnanti che verranno premiati in ogni scuola; per attribuire un bonus pari ad una mensilità netta circa, il premio non dovrebbe andare a più del dieci per cento dei docenti di ciascuna scuola; se andasse al 20 per cento del corpo insegnante il premio già verrebbe dimezzato; oltre, sottolinea Oliva, sarebbe una 'piccola mancia senza alcuna rilevanza'.

Il secondo pericolo è rappresentato dall'uso di griglie a punti che non saranno mai oggettive visto che la funzione docente implica molte competenze: occorre possedere la disciplina, saperla insegnare, motivando gli studenti, saper collaborare con il preside, con le famiglie e con i pari.

Si tratta di una 'prima volta', conclude Oliva, sottolineando le incertezze di tanti dirigenti e la diffidenza degli insegnanti: i risultati saranno soddisfacenti solo se si eviterà la distribuzione dei bonus a troppi docenti.