Arrivano importanti novità per i disoccupati in età avanzata e per coloro che si trovano a dover affrontare la perdita del lavoro a pochi anni dalla pensione, purché abbiano sottoscritto un fondo integrativo di secondo pilastro. La previdenza privata si appresta infatti ad accorrere in aiuto dei pensionando con più di 24 mesi di disoccupazione alle proprie spalle, offrendo la possibilità di fruire della rendita anticipata. Una misura che potrebbe garantire un importante reddito di sostegno per il lavoratore ed un intervento di welfare privato a costo zero per il legislatore, sebbene (come vedremo a breve) al costo di coefficienti di conversione del capitale in rendita meno generosi.

Per prima cosa, partiamo dall'inquadramento normativo: la novità è prevista all'interno del disegno di legge sulla concorrenza già approvato dalla Camera dei Deputati ed ora in esame presso la Commissione Industria del Senato. Il provvedimento prevede l'opzione del pensionamento anticipato sulla base di precise condizioni: vediamo quali sono i criteri utili per chiedere l'anticipo della pensione privata.

Pensioni anticipate e DL concorrenza: ecco i presupposti per ottenere l'anticipo

Stante la situazione appena descritta e fatta salva l'iscrizione ad un fondo pensione integrativo, il DL concorrenza prevede che la pensione anticipata privata possa essere richiesta al fondo purché in presenza dei seguenti requisiti:

  • meno di cinque anni di distanza dalla data di pensionamento secondo i criteri riconosciuti per l'accesso all'Inps;
  • stato di disoccupazione in essere da almeno 24 mesi (rispetto ai 48 mesi necessari in precedenza).

Vi è da sottolineare poi che i singoli fondi pensione potranno modificare il proprio regolamento interno, per estendere la possibilità di fruire della misura fino a raddoppiare il primo criterio esposto, portando quindi a 10 anni la distanza del possibile anticipo rispetto alle attuali regole di quiescenza.

Uno scenario che tiene pertanto conto delle difficoltà al reinserimento lavorativo a cui si trovano davanti coloro che perdono il posto dopo il compimento dei 50-55 anni di età (secondo le ultime rilevazioni solo una persona su dieci riesce effettivamente a trovare un nuovo Impiego in questa condizione).

Fondi pensione e prepensionamento: l'impatto della decisione sull'assegno

Il disegno di legge si troverà ora a confrontarsi con il Senato nel mese di settembre, quando potrebbe ricevere l'approvazione definitiva. È chiaro che il provvedimento inserito all'art. 16 della misura apre una possibilità interessante soprattutto per coloro che hanno pensato alla previdenza complementare con largo anticipo.

L'eventuale rendita assegnata si basa infatti sul montante effettivamente accumulato e sul principio contributivo del coefficiente di conversione. Tale parametro risulta però tanto più elevato quanto è maggiore l'età del lavoratore, pertanto bisognerà tenere a mente che anticipare di molti anni la decisione di fruire della rendità si tradurrà in un assegno più basso (seppure percepito per un lasso di tempo più lungo).

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