Il Ministero dell'Istruzione e quello delle Finanze sono in divergenza per quanto riguarda gli interventi sulla Scuola che dovranno essere inseriti nella prossima Legge di Stabilità. Come riportato dal quotidiano 'Italia Oggi' di martedì 4 ottobre 2016, il Mef intende fare opposizione su alcune priorità indicate dal dicastero di Viale Trastevere, prima tra tutte la trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto: l'intenzione sarebbe quella di offrire stabilità a circa 25mila cattedre (di cui circa 6-7 mila sul sostegno) e il motivo è naturalmente collegato a quel divieto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea in merito all'illegittimità della copertura di tali posti attraverso la stipula di contratti a tempo determinato.

Scontro Miur-Mef, Giannini chiede 25mila cattedre in più: ultime notizie ad oggi, 4 ottobre

Il ministro Giannini ha presentato alla presidenza del consiglio la proposta inerente a tale trasformazione: si tratterrebbe di un'operazione del costo pari a circa 200 milioni di euro, quella derivante dagli stipendi relativi ai mesi di luglio e agosto che non spettano ai supplenti.

Secondo il Mef, invece, l'onere finanziario da sostenere sarebbe molto più pesante: se si tiene conto delle ricostruzioni di carriera e degli scatti di anzianità, si arriverebbe ad una cifra compresa tra i 700 e gli 800 milioni.

In ogni caso, vi è ancora incertezza su quello che sarà l'utilizzo dei nuovi (eventuali) posti: il Miur dovrà decidere se impiegarne una parte alla mobilità per ovviare agli errori dell'algoritmo e, in questo caso, per circa 5mila docenti sarebbe possibile rientrare dal Nord al Sud.

Una seconda ipotesi, invece, prevede che le cattedre vengano utilizzate metà per le nuove assunzioni e metà per la mobilità.

Legge di stabilità e riforma istruzione 0-6 anni: un altro nodo da sciogliere

Lo scontro Miur-Mef, scrive Italia Oggi, potrebbe alimentarsi anche per quanto riguarda il finanziamento della delega per la riforma dell'istruzione 0-6 anni. Il decreto intende raddoppiare l'offerta attuale degli asili nido, portandola al 33 per cento.

Un processo che, naturalmente, avrà bisogno di tempo per essere portato a compimento ma che necessita, comunque, di un finanziamento iniziale di almeno 150 milioni. Cambierà anche la struttura dell'offerta formativa visto che si passerà dal semplice canale di assistenza ai bambini ad un primo passo del processo di istruzione, così come avviene oggi per la scuola dell'infanzia.