L’incontro al Miur tra Valeria Fedeli e i sindacati si è concluso ieri sera sul tardi, con una bozza di intesa sulla mobilità 2017/18. Circolano già le prime indiscrezioni sull'intesa che dovrebbe essere firmata oggi 29 dicembre alle 10:00. Pare che i sindacati siano riusciti a strappare un accordo sulla deroga al vincolo triennale, ma la chiamata diretta resta a dispetto di chi ha sperato che potesse in qualche modo magicamente sparire. Le informazioni circolate non sono tante, ma ve le sintetizziamo. È scontato che non staranno bene a tutte le categorie di insegnanti.

Punti dell'intesa Miur-sindacati sulla mobilità 2017/18

Il punto focale dell'intesa raggiunta fra Miur e sindacati in merito alla mobilità 2017/18 è sicuramente il probabile sblocco del vincolo triennale che permetterà ai docenti di fare domanda di trasferimento interprovinciale. Ancora non è sicuro che possa valere per i neo-assunti 2016/17. Un altro tassello è la riserva dei posti, che passa dal cento per cento al 50%. Il restante 50% sarà destinato alle immissioni in ruolo. Altra indiscrezione, perché si questo si tratta al momento, è che sarà possibile esprimere fino a 15 preferenze, con poche scuole e molti ambiti e province. Si è lavorato molto per permettere ai docenti lontani da casa, di riavvicinarsi alle loro famiglie.

Si sta tentando di riparare i danni dell'algoritmo della mobilità straordinaria dello scorso anno, per cui molti ricorsi sono pendenti e diverse sentenze sono già state ottenute. Ma non tutti gioiscono di queste condizioni.

Chi ci perde dall'intesa sulla mobilità?

A protestare contro la possibile intesa aggiunta al Miur sulla mobilità 2017 sono gli insegnanti ancora iscritti nelle GaE che vedono sfumare le possibilità di assunzione a causa della diminuzione dei posti disponibili e gli immobilizzati storici. Per queste categorie, i sindacati sono il nemico dei laboratori più deboli. Resta aggiornato sulla mobilità e le altre notizie dal Miur e la Scuola cliccando il tasto Segui in alto,vicino al titolo.