Le ultime notizie ad oggi, venerdì 16 dicembre, riguardano la questione legata alla chiamata diretta dei docenti. Il sindacato Gilda degli Insegnanti, infatti, è sceso in campo per sensibilizzare il problema al ministro dell'istruzione, Valeria Fedeli: è necessario, infatti, modificare radicalmente alcuni aspetti della Buona Scuola, anzi, secondo la Gilda, la chiamata diretta dei docenti sarebbe proprio da cancellare in toto.
Ultime news scuola, venerdì 16 dicembre 2016: Gilda 'Chiamata diretta il primo nodo da sciogliere'
La legge 107, secondo il sindacato, avrebbe completamente ribaltato ciò che avveniva in passato.
Infatti, non è più l'insegnante a scegliere la sede di servizio secondo il punteggio in graduatoria ma è il dirigente scolastico, o se preferite, la scuola a scegliersi il docente che meglio risponde alle esigenze formative di quel determinato istituto.A onor del vero, non si può ancora parlare di piena applicazione della legge 107, ma è lecito aspettarsi che, anno dopo anno, la riforma prenda sempre più piede, con una sempre maggiore discrezionalità nelle scelte da parte del dirigente scolastico. Una rivoluzione, quella voluta fortemente dalla riforma renziana, che non piace assolutamente alla Gilda degli insegnanti e tanto meno agli insegnanti stessi: una rivoluzione che, però, con l'andar del tempo, potrebbe piacere sempre di più alle famiglie.
Gilda degli insegnanti: 'Ministro Valeria Fedeli presenti al Parlamento disegni di legge riformatori'
E allora da qui, parte l'appello al neo ministro dell'istruzione Valeria Fedeli affinchè si prenda atto della volontà dei sindacati: quale ex sindacalista, la nuova responsabile del Miur può solamente farsi carico di presentare al Parlamento delle proposte di legge che vadano all'opposto rispetto alla legge 107.
Finora solamente polemiche sul nome nuovo del governo Gentiloni, colei chiamata a raccogliere una scottante eredità dal ministro Giannini. Una questione, come quella della mobilità e della chiamata diretta, che andrà affrontata al più presto, per cominciare a discutere seriamente di discontinuità sulla Buona Scuola.