Con la trattaiva per il rinnovo dei contratti statali 2017 e in attesa del decreto del ministro per la Pubblica Amministrazione, Madia, all'Aran dovranno fare quadrato con le risorse che il Governo Gentiloni metterà sul tavolo nella prossima legge di Bilancio. Infatti, secondo il calcolo de Il Sole 24 Ore, la riforma della Pubblica amministrazione ed il successivo rinnovo dei contratti statali potrebbe causare per lo Stato una spesa aggiuntiva di 5 miliardi di euro. Senza considerare che le questioni ancora da risolvere proprio in tema di aumenti degli stipendi degli statali sono ancora molteplici, come la compatibilità del bonus Irpef di 80 euro per una fetta di lavoratori del pubblico impiego e il nodo degli scatti dei docenti della Scuola.
Rinnovo contratti statali e aumento annuo degli stipendi
Entrando nel merito del rinnovo dei contratti statali 2017, la spesa per gli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici riporterà il totale dei costi della Pubblica amministrazione ai livelli del 2011, andando ad azzerare i risparmi maturati negli ultimi anni. L'accordo che fu firmato a fine novembre 2016 tra il ministro per la Pubblica amministrazione, Madia e le sigle sindacali per rinnovare il contratto, mise nero su bianco l'aumento medio mensile di 85 euro per ogni dipendente statale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano economico, i contributi connessi agli aumenti di stipendi farebbero lievitare il costo a 110 euro ciascuno che, moltiplicato per le tredici mensilità, ammonterebbero ad un aumento annuo di 1.430 euro.
Ammesso, pertanto, che gli aumenti degli stipendi degli statali siano davvero di 85 euro a partire dal 2018, lo Stato dovrebbe spendere 4 miliardi e 700 milioni per l'incremento degli stipendi di 3 milioni e 260 mila dipendenti del pubblico impiego. Sommando, poi, i costi per il turn over dei dipendenti, si arriverebbe a 5 miliardi di euro.
Novità riforma Madia, nodi bonus 80 euro e scatti docenti scuola
Naturalmente, l'aumento degli stipendi connesso con il rinnovo dei contratti statali 2017 creerebbe il problema della compatibilità del bonus di 80 euro per chi percepisca un reddito annuo intorno ai 25 mila euro lordi. Andando oltre i 26 mila euro tale bonus si perderebbe e si rischierebbe di dover restituire parte o tutto il bonus preso precedentemente.
Le trattative all'Aran, che si protrarranno fino ad ottobre, dovranno trovare una soluzione a questo nodo.
Inoltre, dai primi incontri che si sono tenuti all'Agenzia per la contrattazione è emersa la questione degli scatti di anzianità dei docenti della scuola: anche questa problematica dovrà essere affrontata perché se è vero che i contratti statali sono bloccati dal 2009, le progressioni di carriera hanno avuto l'ultimo rinnovo addirittura nel 2007.