Anche in questo mese di settembre ormai agli sgoccioli, l'argomento principe, che suscita maggiori polemiche e discussioni tra i cittadini del nostro Paese è senz'altro la riforma Pensioni 2017. In particolare, oggi, dopo avervi parlato nei giorni scorsi della raccolta firme avviata dalla UIL per Naspi e Ape sociale, vi vogliamo parlare di nuovo dell'APe volontaria, perché è stato pubblicato il testo del DPCM che è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre scorso. É quindi possibile capire qualcosa in più sull'anticipo pensionistico.

APe volontaria: a chi è rivolta?

Il nuovo strumento introdotto dopo lunghi ritardi all'interno della riforma pensioni 2017 sarà rivolto a tutti quei lavoratori iscritti presso l'AGO (Assicurazione generale obbligatoria), le gestioni speciali degli autonomi o quelle sostitutive dell'AGO o, ancora, presso la gestione separata dell'Inps. La condizione necessaria è che gli interessati abbiano compiuto il 63esimo anno di età e abbiano raggiunto almeno 20 anni di contributi, oltre che non si trovino a più di 3 anni e 7 mesi dall'accesso alla pensione di anzianità.

Chi non potrà beneficiare dell'APe volontaria saranno, invece, i liberi professionisti iscritti ad un albo professionale, così come i titolari di un trattamento pensionistico diretto, compresi coloro i quali godono di assegno ordinario di invalidità.

Riforma pensioni: l'APe volontaria sarà retroattiva

Mentre negli scorsi giorni sono stati chiariti quali saranno i punti che dovranno essere risolti entro ottobre sul tavolo di confronto tra Governo e sindacati, la cosa certa è che l'APe volontaria avrà validità retroattiva fin dall'1 maggio 2017, data in cui sarebbe dovuto partire ufficialmente lo strumento.

Questo è quanto si legge all'interno del decreto. Chi ne avesse bisogno, quindi, potrà chiedere l'erogazione del prestito comprensivo dei mesi precedenti.

Un'altra conferma per quanto riguarda l'Ape volontaria arriva sulla clausola di allungamento nel caso in cui nel 2019 dovessero venire modificati i requisiti di pensionamento, a causa del tanto contestato meccanismo legato all'aspettativa di vita.

Possibilità di estinguere anticipatamente il prestito

Successivamente alla richiesta di estinguere anticipatamente il prestito, dovrà essere determinato l'importo da restituire e il richiedente, in un'unica soluzione, potrà versare la cifra entro 30 giorni dal momento in cui è stato comunicato l'importo da pagare. Nel caso in cui si verificasse ciò, il lavoratore ha diritto al rimborso della parte di premio non goduta e della quota parte della commissione di accesso al fondo. Se, invece, si optasse per l'estinzione anticipata parziale, l'istituto che finanzia il prestito deve dare comunicazione all'Inps e al richiedente del nuovo piano di ammortamento del nuovo importo che verrà trattenuto sulla pensione.

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