Da pochi minuti potrebbe essere stata posta la pietra tombale sulla riforma Pensioni 2018. Da Bankitalia e la Corte dei Conti sono arrivati gli inviti a non "arretrare" sulla legge Fornero. Le ultimissime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 3 ottobre non sono positive per migliaia di lavoratori italiani che protestano da mesi, se non anni, contro l'attuale sistema pensionistico italiano. L'impianto deve rimanere lo stesso di quello previsto dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Appare dunque inevitabile l'esito negativo del confronto sulla fase 2 delle pensioni fra governo e sindacati, che ha tenuto banco prima e dopo l'estate.

"Confermare i caratteri strutturali della riforma Fornero"

L'invito arriva direttamente dalla Corte dei Conti, insieme a Bankitalia. Secondo il presidente del primo organismo, Arturo Martucci, qualsiasi arretramento sulla riforma pensioni della Fornero avrebbe serie conseguenze sulla sostenibilità della finanza pubblica in generale. L'avviso viene ripetuto quasi in simultanea dal vice direttore di Bankitalia, Pierluigi Federico Signorini, che cita le proiezioni future della spesa pensionistica, secondo cui nel 2040 si arriverà a spendere il 18,4 per cento del pil.

La riforma Fornero significa anche adeguamento dell'età pensionabile automatico legato all'aspettativa di vita. Mantenere l'intero impianto della legge ha come conseguenza diretta il rialzo dell'età per andare in pensione a partire dal 1° gennaio 2019, quando occorreranno 67 anni.

L'esecutivo dunque dovrebbe tirare la barra dritta in merito alle richieste provenienti dai sindacati sul rinvio dell'aspettativa di vita o addirittura il blocco, sostenuto di recente dal segretario confederale della Cgil Maurizio Landini.

Non si torna indietro

Il concetto espresso è che non si può tornare indietro. Il pacchetto previdenziale promosso lo scorso anno con la Legge di Stabilità per il 2017 rischia di essere un'eccezione, e non la regola.

Sul tavolo del confronto fra governo e sindacati non c'era soltanto il blocco dell'aspettativa di vita, ma anche lo studio di una pensione per i giovani, così come l'allargamento della platea dei beneficiari dell'Ape social, l'anticipo pensionistico agevolato le cui spese sono a carico interamente dello Stato.

Un'altra misura che si stava studiando era l'Ape donna, la pensione anticipata per le donne, con insieme la valorizzazione dei lavori di cura.

Tale proposta è inserita anche all'interno del documento che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato da pochi giorni al governo. A questo punto rimangono in bilico anche le questioni riguardanti la quota 41 dei lavoratori precoci, l'eventuale nona salvaguardia per gli esodati e la proroga di Opzione Donna al 2018. Tutto questo, a pochi mesi dalle prossime elezioni politiche, può diventare un serio problema per il Partito democratico di Matteo Renzi, vista l'attuale maggioranza presente a Palazzo Chigi. Per conoscere le ultime notizie sulle pensioni cliccate Segui in alto a destra.