In attesa dell'incontro di domani, sabato 18 novembre, fra governo e sindacati, la Cgil ha nuovamente attaccato l'esecutivo sulla proposta del blocco dell'aspettativa di vita per 15 categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose (11 dell'Ape social + 4 nuove), parlando di cifre ridicole. Dopo la pubblicazione del testo sul portale Rassegna.it, le dichiarazioni del sindacato italiano sono state riprese anche da un'agenzia Ansa. Intanto, proseguono le iniziative delle lavoratrici di Opzione Donne e degli esodati, quelli che rimasti esclusi dall'ottava salvaguardia e che chiedono un nuovo intervento (la nona salvaguardia o la proroga di quella attuale).
Lavori gravosi, affondo della Cgil sulle reali cifre dei lavoratori coinvolti
Secondo un'analisi approfondita della Cgil, i lavoratori beneficiari del blocco dell'aspettativa di vita sarebbero 4.305 persone, un numero che corrisponde al 2,18 per cento di uscite di pensionamento anticipato e di vecchiaia. Una goccia nel deserto, come sottolineato nei giorni scorsi dai principali volti del primo sindacato italiano, anche alla luce delle dichiarazioni che Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, ha rilasciato ai colleghi di Fanpage.
Numeri ben lontani rispetto ai 15-20 mila lavoratori citati da quotidiani cartacei e mass media rispetto alla proposta del governo Gentiloni, che intende confermare l'accesso alla pensione a 66 anni e 7 mesi a chi rientra nelle categorie dell'Ape social e nelle ulteriori quattro categorie individuate nei giorni scorsi: siderurgici, agricoli, marittimi e pescatori.
Lo studio fatto dalla Cgil ribalta tutto, ponendo ulteriore distanza fra il sindacato di Susanna Camusso e l'esecutivo a maggioranza Pd, alla vigilia dell'incontro di domani mattina a Palazzo Chigi.
Intanto, nelle ultime ore si registrano anche le dichiarazioni di Tito Boeri. Il presidente dell'Inps è tornato a ribadire un concetto già espresso un paio di settimane fa, ovvero la spesa di 140 miliardi di euro da sostenere per le casse dello Stato qualora ci fosse il blocco dell'aspettativa di vita.
Cifre messe in discussione in più di un'occasione dai politici, come ad esempio Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, che insieme a Maurizio Sacconi (numero uno della commissione Lavoro al Senato) aveva rilanciato l'ipotesi bipartisan di una revisione del meccanismo di adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita.
Tornando alla posizione della Cgil, appare quasi scontata una mobilitazione forte dei lavoratori, che torneranno così in piazza al fianco del sindacato per protestare contro il governo e la sua posizione riguardante il capitolo previdenziale. Dovrebbe esserci già una data precisa, quella del 2 dicembre, come indicato in post delle ultime ore della pagina Facebook Democrazia e Lavoro Cgil. A condividere il post della pagina collegata al sindacato italiano anche Vania Barboni, amministratrice del gruppo Opzione Donna Proroga al 2018, resasi protagonista ieri insieme a Giulia Molinaro e Stefania Antonella Porcu di un'interessante iniziativa.
Le ultime su Opzione Donna ed esodati esclusi
Nella giornata di ieri una delegazione delle lavoratrici di Opzione Donna e di esodati, esclusi dall'ottava salvaguardia, si è presentata nella sede della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, per consegnare ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil un documento nel quale si ricorda il decimo punto della piattaforma unitaria sindacale riguardante la proroga di OD al 2018 e la realizzazione di nuovi interventi volti a salvaguardare coloro che sono rimasti esclusi dall'ultima salvaguardia. Le lavoratrici e gli esodati hanno inoltre dato il loro appoggio incondizionato nell'eventualità di uno sciopero generale nelle prossime settimane contro il governo.