Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 24 gennaio 2018 vedono arrivare nuove prese di posizione dai sindacati e dai comitati in merito alle dichiarazioni e proposte elettorali. Al centro del dibattito resta sempre la legge Fornero e la possibilità di intervenire sui criteri anagrafici e contributivi di uscita dal lavoro. Scopriamo insieme tutti i dettagli nel nostro articolo di approfondimento.
Ghiselli (Cgil) invita a decidere quale modello di società, lavoro e welfare vogliamo
La legge Fornero non è stata una riforma previdenziale, ma una Manovra finalizzata a "contenere la crescita del debito pubblico.
Operazione alquanto discutibile in termini di equità, perché un problema generale che riguarda la collettività (il debito pubblico) non lo si può scaricare su uno strumento (la previdenza) finanziato prevalentemente da chi lavora". Ad affermarlo è il Segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, in un commento sulle ultime proposte in arrivo dalla campagna elettorale. A tale riguardo, Il sindacalista ha quindi ricordato che la spesa previdenziale in Italia risulta in linea con la media continentale. Anche per questo, non si può sostenere un sistema di regole che porta ad alzare continuamente i requisiti anagrafici e contributivi. "Dobbiamo decidere oggi quale modello di società, di lavoro e di welfare vogliamo.
Un modello che faccia i conti con le nuove sfide e con le trasformazioni dell’economia e della società, tenendo assieme le esigenze di sostenibilità con quelle dell’equità".
La CISL chiede di proseguire e migliorare la strada intrapresa
"In questa campagna elettorale sulle pensioni sentiamo tante proposte anche molto costose, come cambiare la Fornero, che avrebbe un costo di oltre 80 miliardi di euro".
Ad affermarlo è la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, evidenziando le conseguenze di un simile intervento. Per questo motivo, "noi vogliamo proseguire e migliorare la strada intrapresa" sulla base di quanto già fatto con gli ultimi accordi raggiunti con il Governo. Il riferimento va, ad esempio, all'estensione delle categorie dei lavori usuranti, che con la Ldb2018 hanno ottenuto l'accesso ai nuovi strumenti di flessibilità previdenziale.
Per il CODS le proposte giunte finora sono ancora incomplete per giudicare, ma resta il nodo dei costi
"Riteniamo che il livello di dettaglio sulla materia Previdenza / Pensioni sia ancora insufficiente per poter formulare osservazioni concrete, salvo rilevare che i provvedimenti fino ad ora proposti sono estremamente costosi e/o palesemente irrealizzabili causa noti e stringenti vincoli ed impegni di bilancio". Lo afferma la fondatrice del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato, in risposta ad alcuni messaggi giunti dalle proprie iscritte. L'amministratrice del CODS spiega quindi che "appena saranno presentati tutti i programmi e declinati nel merito gli articoli che riguardano la materia che trattiamo, andremo ad analizzarli insieme dialogando, confrontandoci, discutendo ed approfondendo le varie proposte".
I lavoratori precoci attendono l'assegno per la Quota 41
Molti lavoratori precoci sono ancora in attesa di ricevere il primo assegno dall'Istituto pubblico di previdenza. Pur avendo ottenuto il via libera alla propria domanda di pensionamento tramite la quota 41, non hanno ancora ricevuto i pagamenti dall'Inps. La questione è già stata toccata nei nostri precedenti articoli dopo le segnalazioni ricevute in diverse occasioni dai lettori della nostra pagina Facebook "Riforma pensioni e lavoro". Al momento solo in pochi confermano di aver ricevuto la pensione. Sebbene l'analisi che ci è possibile è solo spannometrica, la situazione non sembra ancora essersi sbloccata, nonostante formalmente le pratiche amministrative risultino correttamente adempiute.
Attendiamo al riguardo ulteriori riscontri dagli iscritti alla nostra pagina, in modo da poter fornire un quadro chiaro della situazione.
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