Non ci sono solo i dipendenti della Regione Sicilia, come hanno messo in evidenza in questi giorni i vari organi di informazione, ad abusare dei benefici della Legge 104. Secondo una recente indagine del Corriere della Sera, infatti, su tutto il territorio nazionale quasi 600 mila dipendenti pubblici che usufruiscono delle agevolazioni della Legge 104, a volte anche non avendone diritto. In media si tratta quasi di 1 su 5. Questo, ovviamente, incide anche sulla spesa pubblica necessaria per garantire questi diritti.

Tanto è vero che l'Inps ha messo in guardia, anche recentemente, contro questo particolare aspetto del problema con un documento che evidenzia come, se l'attuale trend continuerà in questi termini, i costi per il sistema potrebbero diventare proibitivi.

Ecco perché è intervenuta anche la Cassazione che, dopo diverse sentenze che sanzionano gli abusi ha emesso un'ordinanza ,precisamente la n° 8209/2018 in cui precisa che è causa legittima di licenziamento l'abuso della legge 104.

I rischi degli abusi

Come messo anche in evidenza dal Supremo Collegio, chi abusa della legge 104, in effetti, commette un reato in quanto si appropria di un'indennità economica che, anche se inizialmente viene anticipata dal datore di lavoro, di fatto è carico di tutta la collettività. Infatti, alla fine, come accennato sopra, viene pagata dall'Inps. E il reato, come specificano sia gli Ermellini che la legge, è procedibile d'ufficio. Quindi, senza che sia necessaria la denuncia da parte del datore di lavoro.

Infatti, la segnalazione alle forze dell'ordine di eventuali abusi può essere fatta da chiunque ne venga a conoscenza in ragione del suo lavoro. Le forze dell'ordine sono tenute ad aprire un fascicolo ed ad eseguire le indagini necessarie per accertare le prove degli abusi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

I giudici del Supremo Collegio sono stati estremamente precisi nel chiarire che non è necessaria la reiterazione dell'abuso da parte del soggetto per incorrere nel licenziamento per giusta causa.

Ed essendo questo così configurato secondo gli Ermellini non sarebbe necessario neanche il preavviso di licenziamento. Dato che si tratta di un tipo di condotta estremamente grave, per i Supremi giudici è sufficiente la prova della malafede del soggetto nei confronti del datore di lavoro. Per di più, ovviamente, in parallelo andrebbe avanti anche la causa dal punto di vista penale.

Dati i costi crescenti per le casse dello Stato che, secondo stime recenti, si aggirano intorno al miliardo e mezzo di euro come evidenziato dal sito La legge per tutti, certamente una sentenza che farà discutere.