Gli spazzini di Livorno saranno dotati di un braccialetto elettronico funzionale alle operazioni di svuotamento dei cestini. La decisione del Comune guidato da Filippo Nogarin del Movimento 5 Stelle, ha suscitato le immediate proteste del sindacato Cgil che ha sollevato dubbi sulla legittimità dell'utilizzo di sistemi di controllo ritenuti limitanti della libertà dei lavoratori. Circostanza smentita da Nogarin, che si trova ora ad affrontare la minaccia di agitazione del comparto.
Braccialetto elettronico agli spazzini: come funziona
Da alcuni giorni, gli spazzini di Livorno lavorano con un braccialetto elettronico al polso.
La novità riguarda i dipendenti dell'azienda Avr, che si è aggiudicata l'appalto per il servizio di pulizia stradale della città per conto della municipalizzata Aamps, i cui lavoratori, impiegati nel servizio della raccolta dei rifiuti, non sono comunque interessati dall'utilizzo del dispositivo.
Il braccialetto in dotazione agli spazzini livornesi emetterà un impulso elettronico ogni volta che un cestino verrà svuotato. Gli stessi cestini, 2.500 dislocati in tutta la città, sono dotati di un apparecchio fisso che "dialoga" con il dispositivo al polso dello spazzino, registrando lo svuotamento e consentendo così di verificare, in remoto, l'effettivo svolgimento dell'operazione.
La Cgil: "No ai controlli sui lavoratori". Il Comune: "Non è il modello Amazon"
"Si tratta di una iniziativa inaccettabile che lede la dignità dei lavoratori", è stata questa la reazione del sindacato di categoria Funzione Pubblica Cgil, che ha visto nel braccialetto un sistema di controllo a distanza dei lavoratori assolutamente illegittimo, nonché superfluo dal momento che, fanno sapere, ci sono già i superiori a controllare il lavoro degli spazzini, senza contare che quasi tutti i mezzi utilizzati sono dotati di sistema satellitare gps e, quindi, facilmente controllabili nel corso dello svolgimento del servizio.
Accuse respinte dal sindaco Nogarin, secondo il quale l'unica preoccupazione del comune è quella di verificare che il servizio, pagato dai cittadini di Livorno attraverso la Tari, sia svolto regolarmente. Nessuna replica del "modello Amazon", quindi, ma solo l'utilizzo di una tecnologia al servizio del cittadino già utilizzata, tra l'altro, dalla stessa Avr nella raccolta dei rifiuti porta a porta che gestisce a Lucca.
Spiegazioni che non sono bastate alla Cgil che minaccia di proclamare lo stato di agitazione del comparto, invitando i responsabili del Comune ad occuparsi dei problemi della salute e della sicurezza sul lavoro, anziché del controllo dei lavoratori.