Cresce il pressing dell'opposizione sulle ipotesi di ricalcolo degli assegni allo studio in Parlamento. Un'idea volta a portare maggiore equità nel sistema secondo l'intenzione dei proponenti, ma che rischia di estendere i tagli anche agli assegni più bassi per i critici. Ad esprimere la propria preoccupazione è stato nelle ultime ore l'economista Marco Leonardi, già Consigliere di Palazzo Chigi per il precedente Governo. "Sulle Pensioni si prepara un disastro. Prima presentano un testo tutto sbagliato, poi per correggere fanno confusione totale" afferma l'esponente Dem.
"Si passa da taglio incostituzionale sopra i 4000 euro di pensione ad una tassa su tutte le pensioni sopra i 2000 euro lordi", riferendosi in modo esplicito alle ultime proposte correttive avanzate dall'area leghista. Il rischio infatti è di andare ad intaccare gli assegni netti sulla soglia delle 1500 euro, anche se si tratterebbe di trattenute caratterizzate da importi medio - bassi. È chiaro però che il numero dei pensionati potenzialmente coinvolti dalla misura cresce al diminuire dell'importo lordo su cui verrebbe applicata la nuova tagliola.
Riforma previdenziale: riduzione assegni dallo 0,35% al 15%
L'ultima proposta in arrivo dalla Lega (depositata presso la Camera dei Deputati dall'On.
Riccardo Molinari) prevede la possibilità di sostituire il ricalcolo contributivo degli assegni con un contributo di solidarietà. La trattenuta verrebbe applicata a scaglioni, con una base di partenza attorno ai 2mila euro lordi al mese. Si tratterebbe di uno strumento provvisorio della durata triennale, così da garantirsi il via libera rispetto ad eventuali ricorsi presso la Corte Costituzionale.
Per quanto concerne invece l'aliquota, si partirebbe da un minimo dello 0,35% per gli assegni più bassi (circa 1500 euro nette al mese), per salire fino al 15% nei casi delle pensioni più elevate. Il prelievo prenderebbe però forma secondo diversi scaglioni, quindi in maniera più mitigata rispetto ad un'applicazione lineare.
La questione resta quindi oggetto di discussione all'interno della stessa maggioranza, visto che dal Movimento 5 Stelle ancora non è stato chiarito se si convergerà sulla proposta leghista. Il testo presentato dai pentastellati alla Camera è infatti orientato al ricalcolo, mentre una formula di compromesso in grado di applicare entrambe le soluzioni contemporaneamente appare difficilmente percorribile. Per capire quale sarà la soluzione scelta in via definitiva, non resta quindi che attendere l'inizio di settembre, quando alla ripresa dei lavori la maggioranza dovrà necessariamente trarre una conclusione sulla vicenda.
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